(Salvo Cona) ROMA. Nella giornata di giovedì 26 ottobre il MUR, a seguito dell’acquisizione del parere della Conferenza delle Regioni, della Conferenza Unificata e della Conferenza Stato-Regioni, ha inviato agli Organi di controllo il Decreto Direttoriale (in allegato) per l’assegnazione delle risorse alle Regioni che permettono di rendere tutti gli studenti idonei alla borsa di studio, dell’a.a. 22/23 ancora in corso, anche vincitori della stessa.
Il Ministero auspica un tempestivo scorrimento, appena possibile, delle graduatorie borse di studio da parte degli Organismi regionali per il Diritto allo studio che porterà il numero di tali contributi concessi dall’Italia a circa 250.000.
La tutela del diritto allo studio è centrale nell’azione del Ministero dell’Università e della Ricerca che in questi anni ha notevolmente innalzato, anche grazie al PNRR, le risorse messe a disposizione delle Regioni per le borse di studio da loro attribuite agli studenti meno abbienti e meritevoli. Novità del PNRR è che tali risorse aggiuntive, a differenza di quelle ordinarie attribuite annualmente sempre dallo Stato alle Regioni, non comportano l’obbligo di legge per le Regioni di contribuire finanziariamente con risorse proprie, possibilità che rimane quindi a discrezione della singola Regione. Mediante l’atto in allegato, il Ministero ha stanziato ulteriori risorse aggiuntive al fine di rendere, per l’anno accademico 22/23, tutti gli studenti idonei alla borsa anche vincitori. Il Governo ha compiuto così uno sforzo aggiuntivo mai realizzato in passato, dato che la competenza gestionale dei servizi per la tutela del diritto allo studio, comprese le borse, è attribuita dalla Costituzione alle Regioni che, negli anni, sono quindi intervenute con le proprie risorse per eliminare, o ridurre, il fenomeno degli idonei non vincitori di borsa di studio.
Il Ministero dell’Università e della Ricerca, consapevole delle difficoltà finanziarie di alcune amministrazioni regionali, sta lavorando anzitutto per anticipare la tempistica di attribuzione delle risorse statali alle Regioni per la realizzazione dei servizi per la tutela del diritto allo studio. L’auspicio è che tali sforzi, unitamente alle risorse destinate dalle Regioni a valere sui propri bilanci e aggiuntive rispetto al gettito derivante dalla tassa universitaria regionale – nonché unitamente alle risorse eventualmente stanziate dagli Atenei secondo le proprie possibilità, come avvenuto meritoriamente ad esempio nel caso della Lombardia – possano anche per l’anno accademico 23/24 rendere il diritto allo studio pienamente effettivo in ogni Regione.