Le due diverse opzioni a disposizione dei docenti che possiedono i 24 CFU per poter accedere ai concorsi e al ruolo.
Secondo quanto indicato dal decreto legge N. 36 relativo alla riforma del reclutamento, l’accesso al ruolo potrà avvenire esclusivamente attraverso un concorso pubblico (su base regionale o interregionale) che verrà bandito annualmente. Solo fino al 31 dicembre 2023, i docenti che possiedono 24 CFU (a condizione che siano stati acquisiti entro il 31 ottobre 2022) potranno accedere al concorso.
Docenti che possiedono 24 CFU, i due percorsi abilitanti possibili per accedere al ruolo
I docenti in possesso dei 24 CFU avranno a disposizione due diverse opzioni per poter accedere al ruolo: la prima opzione è rappresentata, come detto poc’anzi, dalla partecipazione al concorso che verrà bandito entro il 31 dicembre 2024. In caso di superamento del concorso, gli aspiranti al ruolo potranno intraprendere il percorso formativo che consentirà loro di ottenere i restanti 36 Crediti Formativi Universitari.
La seconda opzione, invece, è rappresentata dal completare direttamente il percorso formativo prima della partecipazione al concorso: in questo modo, potranno conseguire l’abilitazione e, successivamente, partecipare al concorso. Il docente potrà prendere in considerazione le due opzioni anche parallelamente, ovvero partecipare al prossimo concorso con i soli 24 CFU e, nel frattempo, frequentare il percorso abilitante (da 36 CFU) per ottenere l’abilitazione.
Per quanto riguarda il programma dei percorsi formativi da 36 CFU, questo è ancora in fase di definizione. Secondo la bozza del DPCM che disciplinerà i diversi percorsi formativi, sono previsti 3 CFU/CFA in Discipline di area pedagogica, 10 CFU/CFA di tirocinio diretto, 3 CFU/CFA di tirocinio indiretto, 3 CFU/CFA in Discipline di area linguistico-digitale, 15 CFU/CFA in Didattica delle discipline, metodologie e tecnologie didattiche applicate alle discipline di riferimento e 2 CFU/CFA in discipline relative all’acquisizione di competenze nell’ambito della legislazione scolastica. Naturalmente, occorrerà attendere la pubblicazione del nuovo DPCM per la conferma di tale ripartizione.