ROMA. La FLC CGIL Sicilia ha comunicato oggi, martedì 14 marzo, che “Si fa sempre più remota la possibilità di tornare nella propria regione di residenza per i Dirigenti scolastici immessi in ruolo in altre regioni. Il colpo di grazia è stato dato dall’ultima legge di bilancio che prevede l’accorpamento degli istituti scolastici con meno di 900 studenti”. Lo dice il segretario della FLC CGIL Sicilia, Adriano Rizza, durante il sit-in di protesta organizzato dalle organizzazioni sindacali davanti la sede del Ministero dell’istruzione
“In Sicilia oltre 500 scuole, delle attuali 812 – aggiunge – sono sotto la soglia dei 900 iscritti. Questo comporterà la scomparsa di oltre 100 istituzioni e le province più colpite saranno quelle delle aree interne. Un taglio che oltre a comportare una perdita drastica di personale dirigente ed amministrativo, rischia di compromettere il buon funzionamento delle attività”.
“Dal punto di vista della mobilità interregionale dei dirigenti, inoltre, quest’ultima scure – spiega Rizza – si va ad aggiungere ai forti limiti imposti dal contratto collettivo. Tali limiti, pensati per i concorsi regionali, sono rimasti validi anche per i dirigenti assunti con contratto nazionale. Una vera e propria beffa, se si considera che il mancato avvio della trattativa per il rinnovo del contratto ha impedito di rimediare a questa stortura”.
“Infine, come se non bastasse – continua – una norma recente ha portato il limite della mobilità interregionale per il triennio 2022-2025 al 60 per cento dei posti vacanti in ciascuna regione. Una percentuale insufficiente per le esigenze di quasi 1.200 dirigenti in tutta Italia”.
“Tutto questo è inaccettabile – conclude – perché rappresenta un colpo subdolo alla macchina organizzativa, dettato solo ed esclusivamente dall’obiettivo di tagliare risorse”.