Insegnare a scuola è sempre più difficile. Supplenti preparati si ritrovano senza lavoro, e il precariato scolastico è destinato a crescere.
L’a.s 2022/2023 sarà sicuramente ricordato come l’anno più travagliato per quanto riguarda il conferimento delle supplenze. Dai problemi creati col famoso algoritmo, al divieto di invio Mad mantenuto per gli iscritti in Gae e Gps, fino ad arrivare alla mancata proroga dell’organico aggiuntivo (ex Covid). Molti supplenti, per tutti questi motivi, si sono ritrovati senza lavoro.
Eppure molti istituti scolastici da mesi riscontrano difficoltà nel reperimento di precari, e alcuni sono costretti ad assumere da Mad personale docente senza il dovuto titolo. Qualcosa evidentemente non funziona in questo sistema scolastico.
Supplenti dimenticati
Fa riflettere la lettera di sfogo pubblicata da Fanpage, e riportata anche da Orizzonte Scuola, di un’insegnante precaria di 35 anni, costretta a tornare a vivere dai propri genitori perché rimasta quest’anno senza lavoro dopo quattro anni di insegnamento alle spalle. Da settembre 2022 ad oggi infatti non ha più ricevuto convocazioni dalle scuole, nonostante continui ad inviare giornalmente candidature.
Questa storia non è sicuramente isolata, e denota una situazione, quella dei supplenti italiani, che deve fare i conti con un peggioramento delle condizioni socio-economiche aggravata da un sistema di reclutamento scolastico impervio e mal funzionante. Senza contare il problema dei ritardi nei pagamenti per chi svolge supplenze brevi, che va ad inserirsi nella lunga serie di note negative della scuola italiana.
Verso la sempre maggiore precarizzazione della scuola
La situazione descritta è destinata a peggiorare se i numeri del precariato sono in continuo aumento. Sarà infatti sempre più difficile dare lavoro ai troppi supplenti parcheggiati nelle graduatorie, e sarà ancora più difficile per i non iscritti iniziare a fare esperienza da Mad.