CATANIA. Cosa significa fare innovazione in aula? Quale ruolo gioca il digitale nei metodi di insegnamento? Alle domande risponde Didacta Sicilia, inaugurata stamane negli spazi di Sicilia Fiere, a Misterbianco.
Il commissario straordinario Federico Portoghese, assente per altri obblighi istituzionali, ha delegato a rappresentarlo la professoressa Cinzia Torrisi, in qualità di responsabile scientifico delle linee museali e scolastiche della Città metropolitana di Catania.
“Il nostro territorio ha grandi problemi, in primo luogo la dispersione scolastica, ma la classe docente ha anche tanta buona volontà e la capacità di coinvolgere e motivare gli studenti. Un punto ancora debole – ha affermato Torrisi, seduta al tavolo dei relatori a fianco dell’amministratore delegato di Sicilia Fiere, Nino Di Cavolo – è quello degli edifici scolastici, che necessitano di interventi strutturali e manutentivi. Gradualmente saranno fatti, in base al modello gestionale/organizzativo/educativo messo in campo dall’ente che rappresento. Speriamo che queste attività valide e vincenti, unite alle proposte di innovazione presenti in Didacta Sicilia, consentano ai nostri giovani di sentirsi al passo con i tempi, pronti ad affrontare le sfide future e diventare una classe dirigente ancora migliore dell’odierna, Ad maiora semper”.
Visitando Didacta Sicilia, che resterà aperta sino a sabato 22 ottobre, ci si rende conto di come sia cambiato il contesto dell’insegnamento in aula, che non è più frontale e nozionistico. Gli insegnanti hanno nuovi ruoli: devono continuamente aggiornarsi, mai fermarsi, ripensare alla propria formazione, senza però mai dimenticare le fondamenta: Comenio, pedagogista vissuto 400 anni fa, nel libro Didactica Magna, ovvero l’arte di insegnare, diceva che per educare bisogna avere una chiara visione degli scopi da perseguire. Certamente è fondamentale il metodo con cui l’insegnamento viene impartito, ma ancora più importante è il contenuto.