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Diplomati magistrali, soluzione stabilizzazione con il nuovo governo?

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Diplomati magistrali, è possibile sperare in una soluzione definitiva verso la stabilizzazione con il nuovo governo?

Diplomati magistrali, in occasione della campagna elettorale tutti i partiti politici (o quasi) hanno dato grande risalto alla scuola, offrendo soluzioni per le più importanti problematiche come quella riguardante gli aumenti stipendiali e il precariato. Non dobbiamo, però, dimenticare la situazione in cui versano migliaia di diplomati magistrali, rimasti vittima di continui cambiamenti legislativi che hanno impedito loro di essere stabilizzati.

Diplomati magistrali, si può sperare in una soluzione con il nuovo governo?

L’oramai ex ministro dell’Istruzione, Patrizio Bianchi, non ha mai preso in considerazione una possibile soluzione per sanare il problema legato alla mancata stabilizzazione dei ‘precari storici‘ diplomati magistrali. Per ora, l’unica strada per cercare di ottenere l’immissione in ruolo è quella dei concorsi anche perché l’ipotesi dell’assunzione tramite doppio canale di reclutamento non ha trovato accoglimento.

Da una parte ci sono ancora docenti in ruolo con riserva che, però, sono consapevoli del fatto della pressoché inevitabile sentenza di merito negativa che produrrà il depennamento e, quindi, il licenziamento. Chi, invece, non è riuscito ad arrivare all’assunzione tramite il concorso straordinario o tramite esito positivo di un ricorso, dovrà, purtroppo, rimanere nello ‘status’ di precario o sperare nei concorsi.

Cosa aspettarsi dal nuovo governo che uscirà dalle elezioni politiche di oggi, 25 settembre? I diplomati magistrali hanno perso la loro fiducia nella politica in generale, visti i continui cambiamenti (sempre in peggio) di cui sono rimasti vittima.

Mario Pittoni pubblica una lettera di una maestra

Il senatore Mario Pittoni ha pubblicato nelle scorse ore la lettera di una maestra che, purtroppo, ben illustra quanto accaduto a migliaia di diplomati magistrali, prima assunti e poi licenziati dallo Stato.

Carissimi – esordisce la maestra – sono una docente della scuola primaria, con la presente lettera vorrei portare all’attenzione dei politici la condizione dei diplomati magistrali assunti in ruolo con riserva, anno di prova superato, e licenziati. Ho alle spalle 12 anni di insegnamento, svolti presso scuole pubbliche paritarie, finché ho rinunciato al contratto a tempo indeterminato per accettare la nomina in ruolo, avvenuta quando ancora l’orientamento giuridico era favorevole ai ricorrenti, viste le sentenze definitive relative alla posizione dei circa 10.000 colleghi coinvolti e inseriti a pieno titolo.

All’inizio dell’anno scolastico 2018/2019 ho finalmente ricevuto una chiamata in ruolo con RISERVA, alla quale ho dato la mia disponibilità, portando a termine l’anno di prova, nel quale sono stata quotidianamente osservata, formata e valutata da una commissione rappresentante il MIUR; ed ho dovuto lasciare i miei tre figli e i miei affetti per lavorare onestamente, a centinaia di chilometri di distanza (regione Toscana), per assicurare un futuro migliore proprio ai miei cari. Per avvicinarmi alla mia famiglia che vive in provincia di Napoli, ho chiesto il passaggio di cattedra su un’altra classe di concorso, ottenuto nell’a.s. 2020/2021 (dalla primaria all’infanzia), non nella mia regione, ma nel Lazio dove ho superato un altro anno di prova (il secondo anno di prova, con una nuova classe di concorso).

Per raggiungere il mio plesso e i miei piccoli mi alzavo tutti i giorni alle 4.00 del mattino per prendere il treno Napoli/Latina che partiva alle 5.00 puntuale con ritorno notturno, in un periodo storico difficile correlato alla pandemia, che ha colpito anche me, cercando sempre di svolgere il mio lavoro con la professionalità, ma soprattutto con umiltà e tanta umanità. Insomma faccio il mio dovere con scrupolosità, così che ho sempre goduto della stima dei responsabili della scuola e dei genitori dei bambini.

Ebbene, dopo quattro anni di servizio alle dipendenze dello Stato con titolo legale e non uno, ma due anni di prova superati, quest’anno ho avuto la trasformazione del contratto da Tempo indeterminato a Tempo DETERMINATO. Lo Stato, cioè, investe su un suo dipendente, lo forma durante l’anno di prova per poi, metterlo alla porta! Vorrei ricordare che prima dell’attivazione dei corsi di laurea in Scienze della Formazione Primaria, l’unico titolo abilitante alla professione d’insegnante era quello rilasciato dalle Scuole e dagli Istituti Magistrali. Titolo che in base al DPR firmato a Roma da Luigi Scalfaro in data 23 luglio 1998 e pubblicato in Gazzetta Ufficiale il 9 settembre dello stesso anno, conserva in via permanente il valore legale e abilitante all’insegnamento nella Scuola Primaria.

In questo periodo di elezioni politiche, i partiti parlano di scuola, di trovare soluzioni per risolvere il precariato e io chiedo loro, com’è possibile uno Stato che invece licenzia? Scrivo questa lettera affinché qualcuno ci aiuti a dar voce alla nostra categoria, alla mia disperata richiesta di tutelare il nostro lavoro e il ruolo acquisito. Chiediamo ci venga restituita la dignità. Auspichiamo che si arrivi a una soluzione definitiva con una LEGGE SPECIFICA e MERITOCRATICA.
Maestra Maddalena Borriello.

Come ribadito poc’anzi, i diplomati magistrali, in generale, non si aspettano nulla dal nuovo governo, a prescindere da quello che sarà l’esito del voto. Ritengono solamente che sia vergognoso il modo in cui sono stati (e continuano ad essere) trattati dallo Stato. L’auspicio è che le cose possano davvero cambiare al più presto e che possa essere studiata una soluzione ad hoc per la stabilizzazione. I docenti, e non solo i diplomati magistrali, sono stufi delle promesse politiche regolarmente mai mantenute: vogliono i fatti, dopo la vergogna, vogliono soprattutto che venga restituita loro la loro dignità e i loro diritti.

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