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MINISTERO UNIVERSITA’ E RICERCA. Ecco il decreto che consente la “mobilità” tra Università, enti di ricerca e imprese

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ROMA. Il MUR ha comunicato il 22 giugno che è stato pubblicato, all’esito della registrazione da parte della Corte dei conti, il decreto del Ministro dell’Università e della Ricerca, Maria Cristina Messa, n. 330 del 30 marzo 2022, che consente la mobilità temporanea tra università, enti di ricerca e imprese.
Si tratta di una riforma indicata come milestone di rilevanza europea del Piano nazionale di ripresa e resilienza da raggiungere, come avvenuto, entro giugno 2022.
«Supportare ricerca e innovazione nel nostro Paese vuole anche dire facilitare gli scambi di idee e di progetti fra strutture pubbliche e private» dice il ministro Maria Cristina Messa. «Il decreto fornisce un nuovo strumento che favorisce la collaborazione per progetti di ricerca e sviluppo, permettendo realmente la mobilità dei “ricercatori” fra soggetti di diversa natura per missione ma accomunati dalla finalità del progetto. In una visione di sistema, pubblico e privato possono davvero raggiungere grandi obiettivi lavorando insieme su progetti chiari e condivisi. E le persone possono vivere esperienze di lavoro in ambienti nuovi senza dover rinunciare alla carriera».
Il decreto consente a università ed enti pubblici di ricerca di stipulare con le imprese convenzioni dirette a disciplinare la mobilità temporanea di ricercatori e dipendenti di alta qualificazione che siano impiegati nel settore della ricerca e dello sviluppo. L’obiettivo è realizzare specifici progetti di ricerca e attività di terza missione, oltre a promuovere il trasferimento tecnologico e le collaborazioni nell’ambito delle infrastrutture di ricerca.
Il decreto, nel dettaglio, disciplina sia la mobilità da enti pubblici di ricerca e università verso le imprese sia quella del personale appartenente alle imprese verso atenei ed enti.
In entrambi i casi, sia i ricercatori di università ed enti sia i dipendenti delle imprese, possono essere temporaneamente distaccati, rimanendo nel ruolo e mantenendo il rapporto di lavoro con il soggetto da cui dipendono.
Saranno le convenzioni a definire, tra l’altro, il progetto a cui è collegata la mobilità temporanea dei ricercatori o dei dipendenti delle imprese, gli obiettivi, le attività da svolgere, l’indicazione dell’eventuale impegno didattico o per altre attività istituzionali, la durata complessiva.

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