Il CdM ha dato il via libera alla riforma del reclutamento e della formazione docenti, i sindacati sono sul piede di guerra.
Riforma reclutamento e formazione docenti, il Consiglio dei Ministri ha approvato poco fa il Maxi Decreto PNRR contenente anche la nuova riforma del reclutamento e della formazione degli insegnanti. I sindacati, mentre era ancora in corso il CdM, hanno emesso un durissimo comunicato finalizzato a contestare i metodi adottati per l’approvazione del documento.
Riforma reclutamento e formazione docenti, sindacati sul piede di guerra
I sindacati Flc-Cgil, Cisl Scuola, Uil Scuola, Snals Confsal e Gilda Unams, attraverso la pubblicazione di un comunicato unitario, hanno espresso tutta la loro disapprovazione per le metodologie adottate nell’iter della riforma: ‘Mentre è in corso il Consiglio dei Ministri – si legge – circolano diverse bozze del decreto legge legato al reclutamento e alla formazione, che se verificate, interverrebbero negativamente sul rapporto di lavoro del personale della scuola. È possibile che un piano di questa portata sia definito per decreto, senza un vero confronto, né con il Parlamento, né con i sindacati?’
Viene contestato il metodo utilizzato in quanto ‘il ministro ha presentato la settimana scorsa non un testo su cui aprire il confronto ma delle slides’: oggi, invece, ha portato all’esame del Consiglio dei Ministri un testo diverso. I sindacati, inoltre, contestano lo strumento adottato, in quanto il ‘Decreto Legge è una misura caratterizzata dai requisiti di necessità ed urgenza. Perché la scuola – si chiedono i sindacati -continua ad essere terreno di incursioni legislative?’
Il comunicato unitario prosegue con una nota sui percorsi di formazione incentivati che, ‘secondo le ultime indiscrezioni sui testi, senza prevedere investimenti nuovi, va a depauperare ulteriormente le poche risorse destinate al rinnovo contrattuale. Servono risorse per la valorizzazione docente che deve essere ricondotta pienamente alla contrattazione’.
I segretari delle Organizzazioni Sindacali rappresentative hanno ribadito la necessità di fondi nuovi da destinare al contratto e alle forme che contrattualmente saranno definite per la formazione e la valorizzazione professionale.
Un progetto che sembrerebbe non contenere alcuna misura per il personale precario – denunciano i cinque segretari Sinopoli, Barbacci, Turi, Serafini e Di Meglio – che in questo modo non avrebbe alcuna possibilità di rendere stabile il proprio lavoro. Si apra un vero confronto con le organizzazioni di rappresentanza dei lavoratori.