da Tuttoscuola “È un concorso che noi abbiamo ereditato dal passato con una organizzazione che si è dimostrata inadeguata”. Con questa sorprendente dichiarazione il ministro dell’istruzione Patrizio Bianchi ha cercato di giustificare gli esiti negativi di diverse prove scritte del concorso della secondaria (in alcuni casi l’esclusione ha toccato punte del 90% com’era già successo quest’estate con il concorso delle STEM) e attenuare le proteste e le polemiche che ne sono derivate.
Un tentativo forse un po’ maldestro, visto che la nuova formula dei 50 quesiti a risposta multipla è stata recentemente approvata dal Governo di cui Bianchi fa parte, e che i quesiti – molti dei quali giudicati nozionistici e mnemonici, non adatti a valutare la preparazione dei candidati – sono stati predisposti dal suo stesso ministero.
L’ex-ministro Lucia Azzolina, indirettamente chiamata in causa dal ministro Bianchi come responsabile di quella eredità dei concorsi del passato, si è dichiarata stupita.
“Sono parole molto avventate – ha aggiunto – Spero sia stata una svista, altrimenti vuol dire che il ministro firma atti a sua insaputa”.
Ma la polemica non si ferma alle divergenze di responsabilità dei due ministri.
Sono già annunciati ricorsi dal mondo sindacale, prese di distanza e critiche dei sindacati più rappresentativi, mentre il Codacons ha annunciato una class action.
Potrebbe essere messa in discussione la stessa riforma Brunetta, voluta per semplificare e velocizzare i concorsi pubblici, proprio alla vigilia della imminente riforma del reclutamento, prevista dal PNRR per il primo semestre di quest’anno.