Particolare attenzione è stata dedicata alla proposta di riforma delle classi di laurea, che il ministero ha trasmesso agli organi di competenza, tra cui la CRUI, per la necessaria consultazione.
“I principi ispiratori sono quelli della flessibilità e dell’interdisciplinarietà dei corsi di studio, soprattutto per fronteggiare il disallineamento emergente tra offerta formativa e domanda occupazionale” ha sottolineato il ministro. “Stiamo lavorando e cooperando per trovare la giusta via tra innovazione, flessibilità e specificità delle competenze, una via sperimentale che gli atenei stanno già percorrendo. Il decreto che abbiamo proposto deve servire per dare la possibilità di realizzare questi obiettivi. Se vogliamo essere trasversali non possiamo usare categorie verticali. Mettiamoci all’opera, ripartendo dai descrittori e dando peso ai contenuti più che alle classificazioni”.
Rispetto, invece, alla più stretta attualità, il ministro ha ringraziato la comunità accademica per la risposta di grande solidarietà di queste settimane nei confronti di studenti, ricercatori e professori colpiti dalla crisi ucraina. Ha ricordato, inoltre, come il Fondo istituito appositamente dal Governo, su proposta del MUR, sia destinato alla comunità scientifica Ucraina che svolge e svolgerà attività di studio e ricerca in Italia, sia a coloro che, indipendentemente dalla nazionalità, hanno ottenuto la protezione internazionale, a seguito di questa crisi.
“Ribadisco l’importanza di tornare a esercitare la maggior parte delle attività in presenza, se la situazione sanitaria rimarrà questa” è stata, infine, la richiesta del ministro ai rettori, in vista del 31 marzo, data di scadenza dello stato di emergenza per COVID-19
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