ROMA. La Flc Cgil ha reso noto ieri, 23 febbraio, alcune considerazioni sugli stipendi a partire dal blocco dello scatto del 2013. “Periodicamente riaffiora nella discussione e nei dibattiti in rete la richiesta di recuperare ai fini della progressione stipendiale l’anno 2013 che fu bloccato da un provvedimento di legge comportando un allungamento della carriera del personale scolastico.
Negli anni pregressi gli stipendi del personale della scuola sono stati oggetto di numerosi interventi che ne hanno determinato una forte contrazione, dal blocco degli scatti stipendiali al mancato rinnovo contrattuale durato un decennio, tranne il breve intervallo del contratto 2016-2018.
Tra i provvedimenti che hanno colpito gli stipendi del personale della scuola ad oggi permane ancora il blocco dell’anno 2013 ai fini della progressione di carriera, una disposizione che risale ad un intervento legislativo di più di un decennio fa del Governo Berlusconi-Tremonti (legge 122/2010 e legge 111/2011).
La FLC CGIL in tutti questi anni ha sempre rivendicato il ripristino della validità del 2013, ma i diversi Governi che si sono succeduti hanno sempre respinto questa richiesta rifiutandosi di stanziare le risorse necessarie.
Purtroppo la via giudiziale, anche da noi intentata, finalizzata al riconoscimento di questo diritto si è dimostrata impervia poiché la Corte Costituzionale, pronunciandosi in un caso simile riguardante gli scatti di anzianità dei docenti universitari (sentenza 310/2013), ha affermato la legittimità della disposizione legislativa ritenendo prevalenti le ragioni di contenimento della spesa.
Si tratta di un giudizio che non condividiamo poiché gli effetti del blocco dello scatto relativo al 2013, così come degli altri provvedimenti di contenimento degli stipendi della scuola, si sono protratti ben oltre la fase politica ed economica che ne hanno determinato l’adozione.
Gli stipendi del personale docente e ATA risultano oltremodo penalizzati non solo rispetto alla media retributiva del personale scolastico degli altri Paesi europei ma perfino riguardo alla media stipendiale dei lavoratori pubblici del nostro Paese.
Per questi motivi rivendichiamo per il comparto scuola lo stanziamento di apposite risorse aggiuntive per poter rinnovare quanto prima il contratto nazionale di lavoro 2019-2021 scaduto lo scorso dicembre, per recuperare le perdite stipendiali di questi anni, per valorizzare pienamente le retribuzioni e l’impegno professionale di insegnanti e personale ATA che con il loro lavoro garantiscono la qualità del sistema scolastico nazionale.
La FLC CGIL, dopo lo sciopero della scuola dello scorso 10 dicembre 2021, proseguirà la mobilitazione fino al raggiungimento di questi obiettivi”, così come si legge su http://www.flcgil.it