«Tutti gli interventi sono finalizzati a colmare le carenze strutturali, sia quantitative che qualitative, dell’offerta di servizi di istruzione nel nostro Paese per quel che riguarda tutto il ciclo formativo» ha detto il ministro. «L’obiettivo principale è costruire un solido ponte tra generazioni e tra il singolo e la società. Puntiamo, dunque, ad ampliare il ventaglio dei servizi di istruzione e formazione, a migliorare i processi di reclutamento e di formazione degli insegnanti, a riformare i dottorati di ricerca, a rafforzare la ricerca e la diffusione dei modelli innovativi per la ricerca di base e applicata condotta in sinergia tra università e imprese, a sostenere i processi di innovazione e trasferimento tecnologico, a potenziare, infine, le condizioni di supporto alla ricerca e all’innovazione».
Le Riforme
A seguito dell’approvazione della legge sulle lauree abilitanti, il Ministro ha confermato l’avvio dei lavori dei tavoli finalizzati alla revisione della disciplina degli ordinamenti didattici odontoiatria e protesi dentaria, farmacia e farmacia industriale, medicina veterinaria e l’imminente inizio di quelli per la revisione degli ordinamenti didattici dei corsi di laurea di chimica, fisica e biologia. Ha comunicato, poi, l’arrivo al MUR di richieste per nuove lauree abilitanti da parte dell’ordine degli ingegneri e di quello degli architetti.
Tra gli obiettivi raggiunti citati dal Ministro, la riforma dei dottorati di ricerca, «per rendere più competitivo il titolo di dottore di ricerca anche al di fuori della carriera accademica». In sintesi, la riforma ha previsto il coinvolgimento nei percorsi di dottorato di soggetti esterni all’università anche per istituire nuovi percorsi collegati alla qualificazione dell’azione della pubblica amministrazione e nel campo dei beni culturali. “Il nuovo regolamento – ha dichiarato il Ministro – contribuirà a una maggiore flessibilità nella predisposizione dell’offerta dottorale, rendendo operativi i percorsi immaginati dal PNRR e agevolando il coinvolgimento di imprese ed enti di ricerca. Una disciplina specifica è stata prevista per i dottorati industriali”.
In tema di alloggi per gli studenti, il Ministro ha ricordato come, a seguito di un primo intervento di riforma, è stato emanato il bando di finanziamento per un importo complessivo di 467 milioni di euro, di cui 300 a carico del PNRR (in tutto, dal 2021 al 2026, sono stati stanziati 960 milioni per questa misura). In questa fase è stata agevolata la ristrutturazione e il rinnovo delle strutture ed è stata semplificata la presentazione e la selezione dei progetti e i tempi di realizzazione. Il secondo intervento di riforma è diretto a favorire e incentivare la realizzazione, da parte dei soggetti privati, di strutture di edilizia universitaria attraverso la copertura, da parte del MUR, di parte degli oneri corrispondenti ai primi tre anni di gestione delle strutture stesse. «L’obiettivo – ha ricordato Maria Cristina Messa – è quello di triplicare i posti per gli studenti fuorisede, portandoli da 40.000 a oltre 100.000 entro il 2026».
Tra le attività di riforma in corso, a seguito di quanto previsto nel decreto-legge Recovery, c’è l’intervento sulle classi di laurea, diretto ad aumentare gli elementi di interdisciplinarità e innovatività dei corsi di studio universitari.
Infine, nell’ambito delle riforme, il Ministro ha ricordato quella in materia di sostegno a ricerca e sviluppo per promuovere la semplificazione e la mobilità. «La riforma si snoda in due fasi distinte ed è attuata congiuntamente al MiSE. La prima fase della riforma consiste in un intervento in ambito di semplificazione della gestione dei fondi per la ricerca, che spingerà verso un approccio più sistematico alle attività di ricerca e sviluppo, superando l’attuale logica di riassegnazione delle risorse favorendo la condivisione, e sarà orientato alla semplificazione nella gestione dei fondi dedicati alle attività di ricerca pubblico-privata».
Gli investimenti
Le risorse del PNRR gestite dal MUR si possono dividere in due grandi filoni: quello per il supporto della formazione (per sostenere l’orientamento nella transizione scuola-università, le misure di welfare studentesco, l’estensione dei corsi di dottorato, gli incentivi per la didattica e le competenze universitarie avanzate) e quello per la ricerca.
«Le misure di orientamento – ha dichiarato il Ministro – che dovrebbero partire dal terzo anno di scuola superiore per sostenere gli studenti nella scelta del percorso universitario, sono in fase di studio e verranno adottate nel corso di quest’anno». Per questa misura è previsto un investimento di 250 milioni di euro.
Si è, invece, già intervenuti sulle borse di studio per le quali nel PNRR sono destinati 500 milioni di euro, con il decreto ministeriale n. 1320 del 17 dicembre 2021, aumentandone l’importo e allargando la platea dei beneficiari. Dall’anno accademico 2022/23, per gli studenti fuori sede e per gli studenti indipendenti l’attuale importo è incrementato di 900 euro; per gli studenti pendolari l’aumento è di 700 euro mentre per quelli “in sede” di 500 euro. Specifiche ulteriori agevolazioni e incrementi sono previsti per gli studenti economicamente più svantaggiati, per quelli con disabilità e per le studentesse iscritte ai corsi di studio in materie STEM per le quali l’importo della borsa di studio spettante è incrementato del 20%.
Rispetto all’obiettivo complessivo di incrementare l’offerta didattica e le competenze universitarie avanzate per cui sono previsti 500 milioni di euro, sono cinque le sotto-misure che verranno avviate entro il primo trimestre 2022: il finanziamento di 500 dottorati di ricerca dedicati alle transizioni digitale e ambientale; la creazione di 3 Teaching and Learning Centres per migliorare le competenze di insegnamento dei docenti nelle università e degli insegnanti; la creazione di tre Digital Education Hubs per migliorare la capacità del sistema di istruzione superiore di offrire istruzione digitale a studenti e lavoratori universitari; la realizzazione di iniziative educative transnazionali in collaborazione con il Ministero degli Affari Esteri e della Cooperazione Internazionale; attività di internazionalizzazione degli istituti di istruzione superiore artistica e musicale (AFAM) attraverso il sostegno a 5 progetti di internazionalizzazione delle istituzioni AFAM, per promuovere il loro ruolo all’estero nella conservazione e promozione della cultura italiana.
Un’ulteriore misura, per cui sono previsti 432 milioni di euro e che verrà avviata nel primo trimestre 2022, è relativa all’estensione del numero di dottorati di ricerca e dottorati innovativi per la PA e il patrimonio culturale. «L’investimento – ha dichiarato il Ministro – prevede nel dettaglio l’assegnazione di 1.200 borse di dottorato generiche all’anno per tre anni, 1.000 borse di dottorato all’anno per tre anni nell’ambito delle Amministrazioni pubbliche e almeno 200 nuove borse di dottorato all’anno per tre anni destinate al patrimonio culturale».
«Gli investimenti in ricerca e sviluppo – ha aggiunto Messa – sono volti a promuovere l’innovazione e la diffusione delle tecnologie, a rafforzare le competenze, favorendo la transizione verso un’economia basata sulla conoscenza».
Il primo investimento, per 1,8 miliardi di euro, riguarda il fondo per supportare il Programma Nazionale della Ricerca (PNR) e i Progetti di Ricerca di Rilevante Interesse Nazionale (PRIN).
Un secondo tipo di investimento, con 600 milioni di euro complessivi che verrà avviato nei primi mesi del 2022, riguarda i progetti presentati da giovani ricercatori e ha l’obiettivo di offrire a 2.100 giovani la possibilità di maturare una prima esperienza di responsabilità di ricerca e di farlo in Italia.
Ci sono, poi, le quattro misure con oltre 6 miliardi di investimenti complessivi per la ricerca di filiera di cui 4,48 già messi a bando: il finanziamento tra 10 e 15 grandi programmi di ricerca, realizzati da Partenariati estesi a università, centri di ricerca e imprese il cui bando sarà pubblicato nel primo trimestre del 2022; la creazione di 5 Centri Nazionali che siano in grado di raggiungere, attraverso la collaborazione di università, centri di ricerca e imprese e su base nazionale, una soglia critica di capacità di ricerca e innovazione; 12 Ecosistemi dell’Innovazione territoriali focalizzati sul trasferimento tecnologico; 30 Infrastrutture di ricerca e tecnologiche di innovazione.
Nei primi mesi del 2022, infine, verrà avviato l’investimento da 600 milioni di euro relativo all’introduzione di dottorati innovativi che rispondono ai fabbisogni di innovazione delle imprese e promuovono l’assunzione dei ricercatori da parte delle imprese.