Stipendi personale supplente, il Tribunale di Forlì ha condannato il Ministero dell’Istruzione, riconoscendo il diritto alla RPD: sentenza.
Stipendi personale docente a tempo determinato, nuova sentenza quella pronunciata dal Tribunale di Forlì in merito al riconoscimento della cosiddetta RPD (Retribuzione Professionale Docenti) anche gli insegnanti non di ruolo. Il tribunale romagnolo, infatti, ha riconosciuto ad una docente precaria la somma di 1.132 euro più gli interessi legali: tale somma si riferisce agli assegni mensili non retribuiti per sette supplenze effettuate dal novembre 2016 al giugno 2017.
Stipendi supplenti, Tribunale di Forlì riconosce il diritto alla RPD: sentenza del 1° febbraio
Il sindacato Anief, in una nota informativa, ha riportato i dettagli della nuova sentenza. Il giudice del lavoro ha preso in esame la richiesta di una docente che, durante l’anno scolastico 2016/17 ha prestato servizio con 7 contratti a tempo determinato (per una durata complessiva di 207 giorni).
La docente ha chiesto al Tribunale di Forlì l’accertamento del proprio diritto alla percezione della retribuzione professionale docenti, prevista dall’articolo 7 del CCNI del 31.8.1999, chiedendo, allo stesso tempo, la ‘condanna di controparte al pagamento delle relative differenze retributive, in ragione dei giorni di lavoro effettivamente svolti, quantificabili in € 1.132,29 oltre interessi legali dalle singole scadenze al saldo’.
Le motivazioni della sentenza
Il tribunale di Forlì ha accolto tale richiesta, richiamando le motivazioni rese in caso analogo dal Tribunale di Napoli con la sentenza del 21 aprile 2021. Nella sentenza, inoltre, viene menzionata “la disparità di trattamento, sotto il profilo retributivo, tra insegnanti a tempo determinato e quelli a tempo indeterminato e dell’evidente contrasto con la normativa comunitaria e precisamente con la clausola 4 dell’Accordo quadro sul lavoro a tempo determinato recepito dalla dir. 99/70 del Consiglio dell’Unione Europea, come interpretata dalla Corte di Giustizia delle Comunità Europee in numerose sentenze”.
La clausula dispone al comma 1 che ‘per quanto riguarda le condizioni di impiego, i lavoratori a tempo determinato non possono essere trattati in modo meno favorevole dei lavoratori a tempo indeterminato comparabili per il solo fatto di avere un contratto o rapporto di lavoro a tempo determinato, a meno che non sussistano ragioni oggettive’
‘È ora di finirla con gli stipendi dei precari bloccati e pure ridotti’
Il presidente Anief, Marcello Pacifico, ha sottolineato come siano almeno 300mila, ogni anno, i supplenti che subiscono questo trattamento ingiusto: ‘È ora di finirla – ha dichiarato Pacifico – con gli stipendi dei precari bloccati e pure ridotti: noi non possiamo rimanere inermi, per questo abbiamo tutelato e continuiamo a tutelare il personale che crede nella giustizia e nell’assegnazione di stipendi equi e dignitosi’.
Riportiamo qui sotto il testo integrale della sentenza emessa dal Tribunale di Forlì lo scorso 1° febbraio.
da scuolainforma