da Il Sole 24 Ore L’Anp:«Circa la seconda prova, su una sola disciplina tra quelle di indirizzo si sia registra un passo indietro rispetto alla spinta innovativa fornita dalla prova su due discipline». di Redazione Scuola
«In attesa di commentare in modo più approfondito le ordinanze attraverso la lettura dei testi, prendiamo atto della ratio alla base delle ordinanze: la ricerca di una “normalizzazione” rispetto alla situazione emergenziale si traduce nella volontà di ripristinare in buona parte le procedure proprie degli esami del periodo prepandemico. Tuttavia, va ricordato che gli studenti che affronteranno le prove di giugno sono quelli che maggiormente hanno sofferto l’emergenza: due anni e mezzo del loro percorso scolastico sono stati pesantemente inficiati dalla pandemia e di ciò non si può non tenere conto». Così il presidente dell’Associazione nazionale presidi, Antonello Giannelli, in merito all’esame di maturità. «In tale direzione può leggersi anche il fatto che sia le prove Invalsi che lo svolgimento del Pcto non rappresentino, contrariamente alla norma, un requisito di accesso», aggiunge.
La critica
Continua Giannelli: «Circa la seconda prova, basata su una sola disciplina tra quelle di indirizzo e predisposta dalle singole commissioni d’esame, “per consentire una maggiore aderenza a quanto effettivamente svolto dalla classe e tenendo conto del percorso svolto dagli studenti in questi anni caratterizzati dalla pandemia”, come afferma il ministero, riteniamo che si sia registrato un passo indietro rispetto alla spinta innovativa fornita dalla prova su due discipline. Di fatto, si perde quella interdisciplinarietà che rappresentava a nostro avviso un salto di qualità nella rilevazione delle competenze degli studenti, intesa anche quale prova di riflessione e di interiorizzazione degli apprendimenti”.