Anche se i supplenti costituiscono una risorsa indispensabile per la scuola, molti precari non ricevono puntualmente gli stipendi spettanti.
Molte volte abbiamo parlato dei supplenti, motore della scuola al pari dei docenti di ruolo: durante questo periodo di emergenza sanitaria e caos generale, il sistema scolastico continua ad andare avanti anche grazie a loro. Più volte si è infatti sottolineato l’importanza dei precari assunti con contratti brevi e saltuari: sia docenti che ATA sono indispensabili per il corretto funzionamento di ogni scuola. Tuttavia i precari si ritrovano a fare sempre i conti a fine mese con stipendi che ritardano o che arrivano a singhiozzo.
Ogni anno scolastico la scuola riparte con molte cattedre vuote che, nel corso delle prime settimane, i docenti supplenti ricoprono: è a tutti noto che nel nostro Paese il fenomeno della supplentite stenta a scomparire, anzi ormai caratterizza purtroppo il sistema scolastico italiano. Nello stesso tempo, è sotto gli occhi di tutti che la scuola sta vivendo un momento di caos e di difficoltà dovuta all’emergenza sanitaria: classi in DAD, alunni in quarantena, docenti e personale ATA positivi. Grazie alla presenza dei supplenti la macchina va avanti: oltre alle assenze per malattia, infortuni, maternità, aspettative che ci sono sempre state in ogni contesto scolastico, da due anni si sommano quelle legate alla pandemia.
I dati riportati da un sondaggio condotto qualche giorno fa dall’Associazione Nazionale Presidi ci indicano che la media nazionale degli assenti tra il personale docente e ATA si attesta intorno al 7%. Oggi il ministro Bianchi ha comunicato i risultati del monitoraggio ministeriale: i docenti assenti sarebbero l’8,7%, gli ATA il 7,3%. Per supplire questo personale le scuole stanno riscontrando difficoltà, stanno convocando neo laureati e in alcune realtà i dirigenti scolastici hanno chiesto anche ai genitori di salire in cattedra per non lasciare le classi senza guida.
Stipendi a singhiozzo
I supplenti sono pertanto indispensabili per la scuola: nonostante la loro comprovata importanza, in tanti purtroppo continuano a vivere una situazione insostenibile dal punto di vista economico. Gli stipendi infatti arrivano in ritardo, a volte solo in parte, a singhiozzo appunto. Ma le spese e gli affitti quelli no, sono puntuali e si devono saldare.
I sindacati denunciano la situazione, che si ripete ciclicamente: arrivati gli importi spettanti relativi ai mesi scorsi, almeno in parte, l’allarme è adesso per i nuovi assunti di gennaio. “Chiediamo che ci sia una volontà politica di risoluzione di questo annoso problema — dice Massimiliano Sambruna, segretario di Cisl Scuola per la regione Lombardia al ‘Corriere della Sera’.
“Ci sono docenti che, per accettare questi contratti, hanno interrotto la disoccupazione o il reddito di cittadinanza e poi si ritrovano senza sussidio e senza stipendio. Così dopo un po’ rinunciano alla cattedra e i dirigenti si ritrovano di nuovo in emergenza”. E conclude: “ Di fronte all’inerzia colpevole dell’Amministrazione, sarà inevitabile il ricorso alla magistratura del lavoro per ottenere i decreti ingiuntivi di pagamento”. Di certo non è accettabile una situazione del genere.
da scuolainforma