da Il Sole 24 Ore Il ministro dell’Istruzione non esclude – in caso di necessità – il ricorso agli hub vaccinali negli istituti e l’allungamento delle attività didattiche di Redazione Scuola
L’idea di spingere le vaccinazioni per i bambini alle elementari e alle medie all’interno degli stessi istituti. E l’ipotesi – ma solo nel caso si renda necessario – di valutare l’allungamento delle lezioni fino a tutto il mese di giugno. Dopo aver rimandato al mittente le polemiche sulla ripresa della didattica in presenza in questo inizio 2022, nonostante i contagi in crescita in tutto il Paese, il Governo studia strategie per blindare la scelta di tenere aperti gli istituti ed evitare la Dad. Il primo fronte su cui si lavora sono le somministrazioni del siero ai bambini tra i 5 e gli 11 anni, che stentano a decollare e potrebbero essere la chiave con cui arginare il rischio di quarantene per le classi.
Modello Puglia
Il modello è quello della Puglia, dove in decine di istituti sono state raccolte le adesioni per le inoculazioni, eseguite dai team delle Asl pronti a raggiungere le scuole. Gli hub vaccinali nelle scuole «non sono impensabili», sostiene il ministro per l’Istruzione, Patrizio Bianchi, ma – chiarisce – «occorre distinguere la situazione dei ragazzi tra i 12 e i 19 anni dove si tratta di completare i cicli vaccinali, e quella dei bimbi più piccoli dove stiamo ragionando di portare il più vicino possibile le strutture per la vaccinazione sulla base dell’esperienza pugliese». Anche l’ipotesi di prolungare la didattica non è esclusa del tutto. «Finora – dice Bianchi – non è stato perso un giorno di scuola, ma se dovesse essere necessario ne possiamo ragionare con le Regioni». Soluzione al momento non contemplata, visto che è stata fatta «una scelta di unità del Paese che è il principio per cui la scuola deve essere l’ultima a chiudere».
Campania
Tornano tra i banchi gli studenti in Campania dopo il pronunciamento del Tar, che ha accolto la richiesta del Governo di annullare l’ordinanza del presidente della Regione, Vincenzo De Luca (il provvedimento disponeva la didattica a distanza in tutte le scuole del territorio per criticità legate alla pandemia). Ma anche in queste ore il governatore ribatte: «Noi abbiamo una linea diversa, le decisioni vanno prese prima che esploda il problema» e per quanto riguarda le misure del Governo «mi sembrano tutte virtuali e inattuabili, a cominciare dai tracciamenti e dalle garanzie da dare ai presidi e alle famiglie». De Luca segnala anche «bambini senza mascherine perché le Ffp2 non sono arrivate e costretti a stare in classe con le porte aperte». Questa tipologia di dispositivi – a meno che non si tratti di specifiche situazioni in determinate classi – non è però al momento prevista per i ragazzi.
Scuole in Dad
Restano comunque una serie di territori dove le scuole non sono ancora ripartite in presenza nel 2022. E in Molise la percentuale di Comuni che per la settimana in corso hanno attivato la Dad è molto più elevata rispetto alla media nazionale: sono 27 su 136 i sindaci della regione che hanno optato per la didattica a distanza, dunque quasi il 20% del totale mentre in Italia i Comuni che hanno fatto ordinanze in questa direzione sono il 3%. A Potenza, invece, lo screening su oltre 7.500 studenti della città ha rilevato complessivamente 122 positivi, poco più dell’1,6%.