Riapertura delle scuole, scontro governo-Regioni: chiesto uno slittamento di due settimane ma l’esecutivo vuole tirare dritto.
Caos scuola, è un vero e proprio braccio di ferro quello tra le Regioni e il governo in merito al ritorno in classe in presenza da domani, lunedì 10 gennaio. Fa discutere l’ordinanza del governatore della Campania, Vincenzo De Luca, che ha disposto la DAD per elementari e medie sino al 29 gennaio: Palazzo Chigi ha minacciato l’impugnazione e sarebbe pronto a procedere. Ma anche in Sicilia è stato disposto lo slittamento di tre giorni per il ritorno in classe. Una situazione assolutamente caotica che vede medici, dirigenti scolastici e sindacati in prima linea per un rinvio di almeno due settimane.
Riapertura scuola, chiesto rinvio di due settimane ma il governo fa muro
Partiamo dai medici. La Fnomceo (Federazione nazionale degli Ordini dei Medici Chirurghi e degli Odontoiatri) ha chiesto di posticipare la riapertura delle scuole di 15 giorni, programmando il recupero a giugno. ‘Le misure messe in atto dal governo sono importanti, ma potrebbero non essere sufficienti per arginare il diffondersi dell’epidemia – ha dichiarato il presidente Filippo Anelli -. I due anni trascorsi ci hanno insegnato che una misura davvero efficace è quella di limitare, in vista del picco, i contatti tra le persone. La riapertura delle scuole, in un momento in cui gli studenti hanno appena iniziato a vaccinarsi o a fare i richiami, a seconda delle fasce d’età, ci preoccupa, così come preoccupa i presidi. Per questo chiediamo uno stop di 15 giorni, da recuperare poi a giugno, quando dovremmo essere fuori dall’emergenza’.
ANP: ‘Quasi impossibile attuare le procedure previste’
Il presidente dell’ANP, Antonello Giannelli, ha ribadito come sia ‘quasi impossibile attuare le procedure previste’, a motivo dei numerosi contagi tra gli studenti. ‘Stimiamo che domani potrebbero essere assenti 100 mila dipendenti della scuola su un milione, tra docenti e personale Ata: il 10% del totale, per le più svariate questioni legate al Covid, alle quarantene, ai vaccini‘, ha spiegato Giannelli. Nel Lazio sarebbero 17.500 gli studenti e ben 10mila i docenti assenti a motivo del virus.
Zaia: ‘Follia burocratica’
Le Regioni sono in fermento. Il governatore del Veneto, Luca Zaia, sollecita un intervento del Comitato tecnico scientifico: ‘Penso sia fondamentale che si esprima il Cts – ha dichiarato Zaia – abbiamo davanti uno scenario che sarà un calvario, tra insegnanti colpiti dal Covid, no vax e nuove regole della Dad. Quella della scuola rischia di essere una falsa apertura. Ho il record della Regione che fa più tamponi in Italia – ha aggiunto il governatore del Veneto in un’intervista rilasciata a ‘Repubblica’ – Ma il doppio tampone alla primaria previsto dal decreto è impraticabile anche per noi.
‘Con 40 mila contagiati al giorno come in Lombardia o 15 mila in Veneto il tracciamento salta. Per non parlare delle superiori. Intanto dividere le classi tra chi rimane in aula e chi va in Dad è discriminatorio. Inoltre il ragazzo che si è fatto le due dosi e ancora non aveva prenotato il booster, perché era entro i 5 mesi, ora se ne va in Dad solo perché il legislatore ha cambiato a 4 mesi. Una follia burocratica. La scuola deve mandare alla Regione la lista della classe e io devo dire quali hanno diritto a rimanere in aula. Ma qualcuno ha idea di cosa vuol dire? Prima delle vacanze natalizie avevo già 2.400 classi in Dad’
Le Regioni hanno chiesto invano di posticipare la riapertura
Il presidente della Puglia, Michele Emiliano, sottolinea come le Regioni abbiano chiesto invano di posticipare la riapertura. ‘Non abbiamo potere decisionale’, rimarca Marco Marsilio della Regione Abruzzo.
La reazione dei sindacati
Anche i sindacati, dopo il confronto tenutosi ieri con il Ministero dell’Istruzione, non esitano a critare il governo e il Cts. Flc-Cgil parla di ‘insufficienza del decreto che è sotto gli occhi del Paese, è chiaro a tutti che le scuole rischiano di non aprire o di chiudere dopo poco, perché in molti casi il personale è in quarantena o in malattia, figuriamoci cosa potrà accadere da lunedì’.
Il presidente di Anief, Marcello Pacifico: ‘I dirigenti scolastici ci danno ragione, perché si rendono conto pure loro che non ci sono le condizioni per riaprire le classi in sicurezza. Se a pensarla così sono pure i collaboratori dei dirigenti scolastici e gli stessi studenti forse il Governo, i ministeri coinvolti e il Cts dovrebbero porsi qualche dubbio’.
Maddalena Gissi, segretaria generale di Cisl Scuola ritiene che ‘i problemi maggiori emergeranno nei prossimi giorni quando saranno richieste le certificazioni alle famiglie per la frequenza in presenza. Senza il tempo per un’informazione dettagliata e puntuale – spiega la Gissi – si alimenteranno sospetto e sfiducia. Il patto di corresponsabilità che le famiglie sottoscrivono con la scuola rischia di essere vanificato. Gli alunni vivono condizioni diverse a seconda della estrazione sociale e della condizione familiare.
Questa idea di green pass per entrare in un’aula si scontra con un diritto allo studio costituzionale che non era mai stato messo in discussione. Il rischio – aggiunge la leader sindacale – è che i modelli operativi indicati nel decreto e nella circolare si rivelino nei fatti di impossibile attuazione. Potrebbe addirittura, in qualche caso rivelarsi impossibile far fronte all’ordinaria attività per mancanza di personale a disposizione’.
da scuolainforma