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Riapertura scuola in presenza, la situazione nelle Regioni aggiornata al 5 gennaio

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Corso di Perfezionamento in La nuova didattica per le lingue la metodologiaRientro a scuola a gennaio in presenza dal 7 o dal 10 gennaio: la situazione nelle diverse Regioni (in aggiornamento).

Rientro a scuola in presenza per tutti dopo le festività natalizie. Questa la direzione del premier Mario Draghi e del ministro dell’Istruzione, Patrizio Bianchi, nonostante l’esplosione dei contagi, la paura del personale docente e la confusione delle famiglie. Il Consiglio dei Ministri, in programma oggi, mercoledì 5 gennaio, deciderà come gli studenti potranno ritornare nelle aule, regolarmente, e in presenza, in base alle modifiche che saranno apportate al protocollo delle quarantene.

Il premier Draghi, del resto, ritiene che fermare la scuola rappresenterebbe il primo passo per fermare l’economia. Il decreto del 6 agosto scorso ha stabilito che spetta all’esecutivo una decisione in merito, con i territori in zona bianca o gialla. D’altro canto, oggi non vi sono zone arancione o rosse ma alcune Regioni vorrebbero agire in maniera autonoma quasi a voler rimarcare al governo la loro grande preoccupazione

Rientro a scuola dal 7 o dal 10 gennaio: la situazione nelle diverse Regioni (in aggiornamento)

Intanto, dopo le polemiche riguardanti la modifica del protocollo della quarantena avanzata dalla commissione Salute delle Regioni, i governatori, non riuscendo ad ottenere la DAD, hanno puntato sui tamponi e sulla gestione delle quarantene a scuola

Il documento finale presentato al governo, firmato dal presidente della Conferenza delle Regioni, Massimiliano Fedriga, suddivide gli studenti in tre fasce. Per la scuola dell’infanzia (fino a 6 anni), a tutt’oggi senza copertura vaccinale, si chiede lo stop delle lezioni in presenza con un solo caso di positività: quarantena di dieci giorni e rientro con
tampone antigenico o molecolare. Per la fascia 6-12 anni (dalla prima elementare alla prima media compresa), si chiede che gli alunni, con un caso positivo, non vadano in quarantena e non facciano tamponi di controllo. Con 2 positivi scatterebbe, invece, l’isolamento per una settimana con un tampone tra il quinto e il settimo giorno.scuola superiore di mediazione linguistica ssml

Infine, per gli studenti over 12 (dalla seconda media alla quinta superiore), con uno o due positivi si resta in classe con Ffp2 e autosorveglianza. Dal terzo caso in su, quarantena di 7 giorni, quindi test. Per chi ha già fatto la terza dose, ne ha ricevute due da meno di 120 giorni o è guarito, sarà sufficiente l’autosorveglianza e il test solamente con i sintomi.

In attesa delle decisioni che saranno prese nel corso della giornata, molte Regioni, tra cui VenetoLiguriaMolisePiemontePugliaValle d’Aosta e la provincia di Bolzano hanno già deciso di posticipare tre giorni il rientro in classe: i cancelli delle scuole, infatti, riapriranno il 10 gennaio, con gli insegnanti che dovranno indossare le mascherine Ffp2. A queste si sono aggiunte l’Abruzzo, l’Umbria, la Campania, la Calabria e la Sicilia.

Le decisioni delle Regioni

In ogni caso, come si diceva poc’anzi, alcune Regioni vorrebbero prendere provvedimenti in maniera autonoma. In Abruzzo, per esempio, il presidente Marco Marsilio ha firmato un’ordinanza che posticipa la data di riapertura delle scuole dal 7 al 10 gennaio: uno slittamento che, come si legge nel documento, si è reso necessario per poter effettuare lo screening e garantire un ritorno in classe in tutta sicurezza. Attività didattiche sospese il 7 e 8 gennaio per fare tracciamento, dal 7 al 9, campagna di screening nelle scuole di ogni ordine e grado.

ORDINANZA REGIONE ABRUZZO

La riapertura delle scuole, in Umbria, è stata ufficialmente rinviata a lunedì 10 gennaio: la presidente della Regione, Donatella Tesei, infatti, ha firmato un’ordinanza. Il provvedimento dispone che ‘nei giorni 7 e 8 gennaio su tutto il territorio della Regione Umbria sono sospese le attività educative e didattiche nelle scuole dell’infanzia, nelle scuole primarie e nelle scuole secondarie di primo e secondo grado, con ripresa delle stesse il giorno 10 gennaio 2022’.Preparazione concorso DSGA - Master Mondo Scuola Il Management nellascuola pubblica interculturale il dsga - orizzonte docenti - columbus academy - miur

ORDINANZA REGIONE UMBRIA

Nelle Marche, l’obiettivo è quello di evitare la DAD, puntando sullo screening. Come riporta il quotidiano ‘Il Mattino’, ad Ancona è stato allestito il primo punto tamponi Drive-through della Marina Militare nelle Marche e in Italia dedicato alla popolazione scolastica. La popolazione scolastica sarà sottoposta a test antigenico rapido T0: il tampone rapido sarà poi ripetuto dopo 5 giorni per l’intera classe.

Ipotesi diversa, invece, per la Regione Campania con il governatore Vincenzo De Luca che sarebbe intenzionato ad introdurre la DAD, per un mese, per la scuola primaria per accelerare la campagna delle vaccinazioni e permettere, così, un ritorno in presenza e in sicurezza.

De Luca ha dichiarato: ‘In questo momento, il grosso del contagio Covid riguarda le fasce di età 5-11 anni e 0-16 anni. Ci sono allora le condizioni per riaprire senza problemi il prossimo 10 gennaio, come calendario regionale? A me sembrerebbe giusto usare un mese per ampliare la vaccinazione per i bimbi piccoli e riaprire le scuole in sicurezza. Oggi l’apertura è prevista il 10 gennaio, credo valga la pena di riflettere, sapendo che la tutela della salute è un tema prioritario dei bimbi’.

La Calabria ha deciso di posticipare il rientro in classe al 10 gennaio. Il presidente della Regione, Roberto Occhiuto, ha firmato un’apposita ordinanza che rinvia la riapertura delle scuole a lunedì prossimo.

ORDINANZA REGIONE CALABRIA

L’assessore della Sanità della Regione Sardegna, Mario Nieddu, ha dichiarato all’ANSA: ‘L’idea è di rientrare a scuola il 10 gennaio, considerato che il 7 è venerdì, ma la decisione verrà presa comunque a livello nazionale’. Al fine di garantire un ritorno nelle aule in sicurezza, la Regione è al lavoro per predisporre uno screening su base volontaria. L’assessore all’Istruzione, Andrea Biancareddu, ha parlato di possibile campagna tamponi a campione nel sud della Regione dove si è registrato l’aumento più rilevante di contagi.

La riapertura delle scuole in Sicilia slitta al 10 gennaio 2022. La decisione è stata presa dal presidente della Regione Nello Musumeci, d’intesa con il Dasoe dell’assessorato alla Salute, l’assessorato all’Istruzione e Formazione professionale della Regione Siciliana, in variazione a quanto previsto dal decreto assessoriale n.1187 del 5 luglio 2021.
‘Abbiamo preso questa decisione – ha spiegato l’assessore Roberto Lagalla – in seguito all’odierna riunione della Conferenza delle Regioni, in esito alla quale è emersa l’esigenza  di acquisire uno specifico parere del Cts nazionale che, in relazione all’andamento della pandemia, sia in condizione di escludere una possibile ed eventuale ricaduta negativa sulla riapertura degli istituti scolastici.open day ssml roma

Alla luce dell’attuale quadro epidemiologico – ha aggiunto Lagalla – durante la riunione è stata fatta presente anche l’esigenza di una revisione delle procedure di tracciamento dei contatti scolastici, con particolare riferimento alle modalità di esecuzione dei controlli sanitari e di gestione delle quarantene. La Regione Siciliana, nel condividere la posizione dei rappresentanti regionali e in attesa del parere richiesto al Cts, ha perciò ritenuto di uniformare il proprio calendario didattico a quello delle altre regioni italiane’.
Il provvedimento riguarda le scuole di ogni ordine e grado, i corsi di formazione professionale in obbligo scolastico e le Fondazioni Its.

Il governatore della Toscana, Eugenio Giani, sarebbe favorevole ad uno stop momentaneo: ‘Se ci fermassimo uno o due settimane non ci vedrei nulla di male. Sono sempre stato contrario alla dad e ho sempre cercato la scuola in presenza, però se la situazione epidemiologica è questa è ragionevole che il governo decida uno slittamento di una o due settimane’, ha dichiarato.

Il presidente dell’Emilia RomagnaStefano Bonaccini, ospite del programma di La7, ‘In Onda’, ha dichiarato di non essere d’accordo con il governatore della Campania, Vincenzo De Luca per il rinvio del rientro. ‘Dovremmo lavorare per garantire il massimo della presenza – ha precisato Bonaccini – perché i ragazzi hanno già pagato un prezzo troppo alto. Ma usciamo dalle ipocrisie: circa l’80% degli over 12 è già vaccinato, mentre tra i 5 e gli 11 anni abbiamo solo il 10-12%. Quindi, per vaccinare tutti i bambini in questa fascia anagrafica ci vorrebbe del tempo perché tra una dose e l’altra devono passare 3 settimane. Quindi, dobbiamo lavorare per cercare di capire qual è il numero minimo di ragazzi positivi per i quali si può avere la presenza di tutti gli altri a scuola. Altrimenti rischiamo di avere la dad per tutti’.

Occorre tenere presente, però, che le Regioni non hanno più la possibilità, come avvenuto lo scorso anno, di decidere in maniera autonoma la chiusura delle scuole, eccezion fatta per situazioni di ‘eccezionale e straordinaria necessità’ o in zona rossa e arancione. Lo stesso decreto legge N. 221 del 24 dicembre scorso ha confermato la scuola in presenza sino al termine dello stato di emergenza che, come noto, è stato prorogato al 31 marzo 2022.

L’attività in presenza può essere tuttavia derogata dai presidenti delle regioni e delle province autonome di Trento e di Bolzano e dai sindaci per specifiche aree del territorio o per singole scuole, solamente se il territorio si trova in zona rossa o arancione e, come si diceva poc’anzi, in caso di straordinaria necessità come l’insorgenza di focolai o situazioni di rischio estremamente elevato di diffusione dei contagi nella popolazione scolastica. In caso di provvedimenti di deroga, resta, comunque, sempre garantita la possibilità di svolgere attività in presenza qualora sia necessario l’uso di laboratori o per mantenere una relazione educativa che realizzi l’effettiva inclusione scolastica degli alunni con disabilità e con bisogni educativi speciali.

da scuolainforma

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