“La ripresa delle attività didattiche non deve riprodurre modelli che già si sono rivelati ingestibili. Ricordo con molta preoccupazione l’esperienza delle lezioni organizzate in parte in presenza e in parte a distanza. Un modello organizzativo che non ha mai garantito la qualità della proposta formativa. Chi segue in classe ha bisogno di tutta l’attenzione dell’insegnante. Chi invece è in Ddi ha tempi diversi e necessita di proposte più essenziali. Non si possono bloccare i bambini o gli studenti in quarantena per 5 ore davanti al Pc“. Lo dice all’ANSA la segretaria della Cisl Scuola, Maddalena Gissi.
“Prima di assumere qualunque decisione, si discuta con chi lavora nelle scuole e con chi conosce le modalità organizzative“, sottolinea Gissi. “Abbiamo firmato un contratto integrativo sulla Ddi proprio per garantire la gestione ottimale dei tempi e della condivisione delle scelte – continua -. È sicuramente difficile individuare una soluzione generalizzabile ma nessuno si sottrarrà. Se c’è un aspetto discriminante che farà più male agli alunni e alle famiglie è l’essere considerati diversi in un percorso formativo che rischia l’iniquità. I vaccinati responsabili non si sentiranno gratificati, gli altri non saranno comunque felici per l’isolamento. Occorre poi considerare che i dirigenti scolastici, per motivi di privacy, non hanno la possibilità di conoscere lo status vaccinale degli alunni“.