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PAS docenti, possibili spiragli dalla Legge di Bilancio?

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Profili Metodologici dell'insegnamento delle scienze motorie nella scuola PrimariaRiattivazione PAS, il senatore Mario Pittoni cerca condivisione anche e soprattutto sulla ‘madre di tutte le battaglie’.

Per la riattivazione dei percorsi formativi abilitanti per i docenti, potrebbero esserci degli spiragli con la Legge di Bilancio. O almeno se lo augura il vicepresidente della Commissione Cultura al Senato, Mario Pittoni, in relazione all’esigenza di trovare una condivisione su quella che è stata ribattezzata come la ‘madre di tutte le battaglie’. L’esponente della Lega ha sottolineato come su alcune questioni, come il personale ATA Covid e la restituzione dell’assegnazione provvisoria agli insegnanti vincolati, si stia arrivando ad un accordo. Il responsabile scuola della Lega ritiene che sia doveroso arrivare ad una soluzione condivisa anche sulla scottante questione riguardante i PAS.

PAS, Pittoni: ‘Cerchiamo condivisione sulla ‘madre di tutte le battaglie”

‘Pare esserci condivisione sulla soluzione di alcune questioni della scuola da inserire in legge di Bilancio‘ – ha dichiarato il vicepresidente della Commissione Cultura al Senato che cita, a questo proposito, ‘il supporto finanziario alle paritarie, che in un momento di grave difficoltà legato alla pandemia coprono un terzo del servizio ai più piccoli, i fondi affinché gli ATA non siano esclusi dal personale Covid e la restituzione dell’assegnazione provvisoria agli insegnanti vincolati.’

‘Cerchiamo condivisione – prosegue Pittoni – anche su quella che per gli addetti ai lavori (più di mezzo milione le persone interessate) nell’attuale fase è forse la madre di tutte le battaglie: la riattivazione dei percorsi formativi abilitanti dei docenti (vedi PAS 2013) e l’accesso diretto ai corsi di specializzazione sul sostegno per chi ha tre anni di esperienza sul campo’. università telematica

Pittoni sottolinea che si tratta di proposte ‘che non comportano spesa aggiuntiva per lo Stato. Anzi, il PAS farebbe risparmiare il costo di eventuali concorsi per l’abilitazione (peraltro non in linea con la normativa europea che chiede corsi “formativi”) e in generale li alleggerirebbe, visto che a renderli quasi ingestibili allungando a dismisura i tempi è proprio l’abnorme numero di iscritti non essendoci in Italia altra possibilità per provare ad abilitarsi.

Temo che qualcuno – conclude il vicepresidente della Commissione Cultura a Palazzo Madama – non abbia ancora preso coscienza della gravità della situazione, nonostante i concorsi siano già in ritardo di anni per i numeri troppo elevati, che si ridurrebbero significativamente con l’intervento delle università cui per legge vanno affidati i corsi accademici per l’abilitazione’.

da scuolainforma

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