Via libera dell’ Aifa, l’Agenzia italiana del farmaco, alla vaccinazione anti-Covid per la fascia dei bambini tra i 5 e gli 11 anni. Il Baby vax avverrà con due dosi del vaccino Pfizer a tre settimane di distanza. Al fine di evitare possibili errori di somministrazione, la Commissione Tecnico Scientifica (CTS) raccomanda per questa fascia di età l’uso esclusivo della formulazione pediatrica ad hoc, suggerendo quando possibile l’adozione di percorsi vaccinali adeguati all’età. Tenendo presente che, sul dato relativo alle classi in DaD, il 60/70% è alla Primaria, il baby vax potrebbe scongiurare il ritorno alla didattica a distanza.
Baby vax: il parere della Commissione Tecnico Scientifica
I dati disponibili “dimostrano un elevato livello di efficacia e non si evidenziano al momento segnali di allerta in termini di sicurezza” ha dichiarato la Commissione tecnico scientifica Cts dell’Agenzia italiana del farmaco, che ha approvato l’estensione di indicazione di utilizzo del vaccino Comirnaty (Pfizer). Nel parere, la CTS osserva che “sebbene l’infezione da SARS-CoV-2 sia sicuramente più benigna nei bambini, in alcuni casi essa può essere associata a conseguenze gravi, come il rischio di sviluppare la sindrome infiammatoria multisistemica (MIS-c), che può richiedere anche il ricovero in terapia intensiva”. Infine sottolinea che “la vaccinazione comporta benefici quali la possibilità di frequentare la scuola e condurre una vita sociale connotata da elementi ricreativi ed educativi che sono particolarmente importanti per lo sviluppo psichico e della personalità in questa fascia di età“.
Baby vax: i dati nelle scuole e la gestione dei casi positivi
Dal Ministero dell’Istruzione sono intanto arrivati i primi dati ufficiali sulla situazione nelle scuole. Tra primaria e secondaria di I grado si trova ad oggi la platea di studenti maggiormente a rischio infezione per la mancata copertura vaccinale. Qui il 4% delle classi sono attualmente in Dad: il 2,6% del primo ciclo e l’1,4% del secondo. Confermato, per la gestione dei casi Covid a scuola, il monitoraggio con test: servono due casi di positività per i bambini dai 6 anni ai 12 per tornare tutti in Dad, in quanto la procedura prevede che possano continuare in presenza e in sorveglianza con test solo i soggetti vaccinati/negativizzati negli ultimi 6 mesi, in presenza di un ulteriore caso positivo oltre al caso indice. Per i ragazzi più grandi, invece, (che sono per l’85% vaccinati) è previsto che restino a casa soltanto i positivi: si andrà tutti in Dad soltanto al terzo contagio. Se la campagna vaccinale dovesse avere successo anche per la fascia di età 5-11 anni, dunque, anche nella scuola primaria si potrebbe andare in DaD solamente al terzo caso di positività individuato dalla sorveglianza con test che scatta al primo tampone positivo.
Baby vax: il piano per scongiurare il ritorno alla DaD
Si intensifica quindi lo sforzo del governo per evitare il ritorno in DaD. In aiuto del commissario per l’emergenza, Francesco Figliuolo, arriva la Difesa che mette in campo 11 laboratori in 8 regioni che possano in qualche modo affiancare l’enorme lavoro cui sono sottoposte le Asl. Un piano anti-Dad rilanciato a 24 ore dal dietrofront di palazzo Chigi sull’annuncio delle lezioni da casa con un solo positivo in classe. I laboratori mobili della Difesa possono intervenire entro 24 ore a domicilio, presso le scuole o presso le Asl. Sono sparsi in otto regioni: Lombardia, Liguria e Veneto nel Nord; nel Lazio e nelle Marche al centro e in Puglia, Sicilia e Sardegna. Secondo quanto riporta il corriere.it, i sanitari dell’esercito possono così spostarsi e arrivare a sostegno dei medici delle Asl.
da tuttoscuola.com