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Quarantena a scuola, via alle nuove regole per evitare la Dad. Tra dubbi, difficoltà e proteste dei presidi

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da la Repubblica

Da oggi si applicano le nuove linee guida sulla quarantena a scuola. In tutte le Regioni si lavora per garantire i tamponi in tempi rapidi e così assicurare l’immediato rientro a scuola degli alunni e dei professori negativi. Se i presidi hanno protestato per le nuove procedure e per la carenza di personale, nei dipartimenti di prevenzione si temono ritardi.

Il senso delle nuove indicazioni

Le nuove indicazioni sulla quarantena dell’Istituto superiore di sanità, dei ministeri alla Salute e all’Istruzione e delle Regioni servono a ridurre la Dad. Con un caso in una classe, fino ad ora, tutti gli alunni andavano in quarantena. Adesso le cose cambiano. Se c’è un positivo ma tutti gli altri compagni e i professori sono negativi, si resta in classe. Se i positivi sono due vanno a casa i non vaccinati, se sono tre ci vanno tutti. E’ fondamentale che il primo tampone, seguito da uno di controllo dopo cinque giorni, venga assicurato immediatamente, per non fare perdere nemmeno un giorno di scuola ai ragazzi.

Le difficoltà delle Regioni

Le Regioni stanno lavorando per garantire velocemente i tamponi. Vanno bene anche quelli rapidi e l’idea è di sfruttare le farmacie, ma anche i medici di famiglia e le strutture pubbliche dove si fanno già i test molecolari. Ci sono però rischi di ritardi, come segnala anche la Società italiana di igiene. La domanda di test è già alta a causa dell’obbligo di Green Pass per lavorare e crescerà ancora. Non è detto che si riesca ovunque a rispondere in breve tempo. C’è il rischio che qualche allievo perda comunque dei giorni di scuola, anche se negativo. Oltretutto non basterà che il risultato del test riveli l’assenza del coronavirus per rientrare a lezione, perché bisogna che prima il dipartimento di prevenzione valuti la situazione di tutta la classe.università telematica 2021 - 2022

I dubbi dei presidi

Antonello Giannelli dell’Associazione nazionali presidi ha sollevato varie obiezioni. I dirigenti scolastici quando c’è un caso devono informare la Asl e poi individuare i contatti, cioè i compagni di classe e il personale che è stato almeno 4 ore nello stesso ambiente del positivo. A loro deve trasmettere le indicazioni standard e poi comunicare i nomi alla Asl. Il preside sospende “in via eccezionale e urgente” le lezioni se le autorità sanitarie non possono intervenire subito. Per Giannelli si tratta di “adempimenti che non rientrano nelle prerogative dei dirigenti scolastici e il ministero non può limitarsi a fornire indicazioni e continuare a non avere consapevolezza della gravità della situazione. I dirigenti scolastici continuano a garantire l’esercizio del diritto allo studio nonostante dispongano di risorse umane inadeguate nel numero e, spesso, nella preparazione professionali”.

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