da Il Sole 24 Ore La conferma nell’ultimo rapporto di Eurydice sulle retribuzioni degli insegnanti: nel nostro Paese a pesare è la carriera inesesistente per i docenti di Eu.B. Chi sceglie di insegnare in Italia sicuramente non lo fa per arricchirsi. Un po’ per gli stipendi fermi da 5 anni, un po’ per la carriera che a scuola continua a non esistere, fatto sta che il nostro Paese continua a posizionarsi nei bassifondi della classifica Ue per le retribuzioni dei docenti. Come conferma l’ultimo rapporto di Eurydice “Teachers’ and School Heads’ Salaries and Allowances in Europe 2019/20” che mette a confronto i dati di 38 sistemi educativi del Vecchio continente. Da noi, come in Francia, Portogallo e Malta, la paga d’ingresso si colloca tra i 22 e i 29mila euro annui.
Il rapporto Eurydice
La fotografia dei 38 sistemi educativi europei mostra significative differenze da Paese a Paese già a inizio carriera. Quando le paghe di un docente possono variare da 5.000 a 80.000 euro lordi. Il livello salariale è correlato allo standard di vita misurato in termini di prodotto interno lordo (Pil) pro capite di un Paese: più alto è il Pil pro capite, maggiore è lo stipendio medio annuo. Gli stipendi iniziali degli insegnanti italiani si collocano – insieme a quelli dei colleghi francesi, portoghesi e maltesi – nel range tra 22.000 e 29.000 euro lordi annui.
Ancora più alti, tra 30.000 e 49.000 euro, sono quelli dei loro colleghi in Belgio, Irlanda, Spagna, Paesi Bassi, Austria, Finlandia, Svezia, Islanda e Norvegia. Laddove retribuzioni superiori a 50.000 euro si registrano in Danimarca, Germania, Lussemburgo, Svizzera e Liechtenstein, accomunati dall’avere un alto Pil pro capite.
La carriera che non c’è
Per quanto riguarda l’importo e il tempo necessario per gli aumenti di stipendio legati alla progressione di carriera, si registrano sostanziali differenze tra i paesi europei. Ci sono Paesi come l’Italia in cui gli insegnanti anche con una significativa anzianità di servizio raggiungono modesti aumenti di stipendio. Da noi le retribuzioni iniziali dei prof possono aumentare di circa il 50% solo dopo 35 anni di servizio.
Per quanto riguarda i cambiamenti negli stipendi tabellari durante gli ultimi anni, dal rapporto risulta che nel 2018/19 e 2019/20, gli insegnanti hanno visto aumentare i propri stipendi nella maggior parte dei sistemi educativi, anche se gli aumenti sono stati generalmente modesti o indicizzati all’inflazione.
Tra il 2014/15 e il 2019/20, in un quarto dei sistemi educativi analizzati, gli stipendi iniziali degli insegnanti adeguati all’inflazione sono rimasti invariati o sono risultati addirittura inferiori. In Italia, così come in Francia, il potere di acquisto degli insegnanti è rimasto più o meno lo stesso negli ultimi cinque anni.