Errori seriali, specializzati superati da chi non ha il titolo, docenti saltati a piè pari, in diverse province non si procede alle correzioni anche quando la responsabilità è dell’impostazione dell’algoritmo.
Mentre il Ministro Bianchi continua a sbandierare i successi delle nomine di quest’anno, che a suo dire avrebbero sconfitto e cancellato il problema del precariato, le nostre sedi sono prese d’assalto dai docenti che si sono visti ingiustamente scavalcati e danneggiati dall’algoritmo.
Le dimensioni del problema
I posti non attribuiti a ruolo: quest’anno il numero delle cattedre vacanti era pari a 112.473, di questi ne sono rimasti vacanti 53.048, poco meno della metà. Inoltre è bene tenere presente che dei posti attribuiti alle assunzioni, 59.425, ben 12.840 sono in realtà contratti a TD al 31 agosto della fase straordinaria di assunzioni da GPS. Questi contratti diventeranno assunzioni vere e proprie se i docenti coinvolti supereranno a Giugno 2022 una prova orale, quindi non è detto che divengano tutte vere stabilizzazioni.
Le supplenze al 30 giugno e posti COVID: ai posti non assegnati si sommano i posti in deroga su sostegno e i posti di organico di fatto, che sono circa 80 mila e vanno tutti attribuiti a supplenze con scadenza 30 giugno e altri 20 mila incarichi aggiuntivi che vanno assegnati con contratti fino al 30 dicembre.
Il totale di questi posti porta il numero delle supplenze a oltre 150 mila.
Informatizzazione delle nomine
L’uso della procedura informatizzata è stato lo strumento che i tecnici di Viale Trastevere hanno ideato per raggiungere l’obiettivo politico dato dal ministro Bianchi, ovvero quello di completare le nomine entro il 1° settembre.
In realtà il 1 settembre erano completate solo le nomine al tempo indeterminato, tuttavia l’amministrazione ha provato a garantire che le supplenze fossero almeno assegnate entro il 13 settembre, data di inizio della scuola.
Le procedure non sono state completate dovunque entro quel termine, nelle province di grandi dimensioni l’attribuzione dei posti è ancora in corso di svolgimento.
Il problema però è che in tanti, troppi casi, la cattedra non era quella giusta: l’algoritmo, ovvero il software che ha gestito le nomine dei supplenti, ha prodotto diversi errori seriali che hanno danneggiato molti precari che da anni lavorano nella scuola.
Tra i problemi più frequenti c’è stato:
- l’impossibilità di sommare più spezzoni fino a raggiungere un numero di ore il più vicino possibile a un posto full-time, in modo da avere uno stipendio adeguato
- il rispetto dell’ordine di graduatoria e la corretta applicazione delle precedenze previste dalla legge 104/1992: il sistema ha infatti applicato le precedenze in modo sbagliato, come nel caso dei docenti specializzati scavalcati sui posti di sostegno da chi non ha la specializzazione
- la corretta applicazione delle riserve di legge per il personale con invalidità civile e altre riserve: il software invece di accantonare i posti ha trattato le riserve come se fossero precedenze.
Vi sono stati poi ulteriori errori, come l’ordine di graduatoria usato per i posti di sostegno, non rispettoso di quanto stabilito nell’OM n. 60/2020, che regolamenta le supplenze, oppure il caso di insegnanti saltati a piè pari da chi aveva un punteggio più basso.
La nostra richiesta di confronto
Come sindacati abbiamo inviato due richieste scritte al Ministero di convocarci, l’obiettivo era entrare nel merito di questi problemi e trovare soluzioni condivise. A oggi non abbiamo avuto risposta. Lo scorso anno di fronte agli errori contenuti nelle GPS il Ministero aveva emanato una nota che invitava gli uffici periferici che gestiscono le procedure a effettuare correzioni in autotutela, anche questo sarebbe stato un segnale auspicabile, che però non c’è stato.
Di fatto è successo che in alcune province sono state fatte le correzioni manualmente, in altre invece nulla è stato corretto, alimentando così un contenzioso che sarebbe stato evitabile.
Le nostre conclusioni
Come FLC CGIL riteniamo che l’informatizzazione delle procedure amministrative se serve a semplificare l’azione della PA sia condivisibile, tuttavia questi processi vanno gestiti con estrema attenzione, confrontandosi con il sindacato, prendendosi il tempo per effettuare sperimentazioni e prove prima di lanciare un modello improvvisato. La disponibilità a correggere gli errori è poi elemento che può fare la differenza tra un sistema raffazzonato che produce gravi errori e danneggia i lavoratori e un meccanismo di semplificazione davvero efficace.
Tuteleremo tutti i lavoratori danneggiati e continueremo a insistere con il Ministero perché affronti con noi questi problemi, che non dovranno ripetersi in futuro.