Disegno di legge sui titoli universitari abilitanti, il senatore Pittoni chiarisce alcuni aspetti specifici per la scuola.
Lauree abilitanti,n questi giorni si sta parlando insistentemente del disegno di legge riguardante i titoli universitari abilitanti, un DDL che è stato già approvato in prima lettura dalla Camera e che si pone come obiettivo la semplificazione delle procedure per l’abilitazione all’esercizio di alcune professioni. A questo proposito, il responsabile del Dipartimento Scuola della Lega, Mario Pittoni, è intervenuto sulla questione, in occasione di un convegno tenutosi presso l’Università degli Studi di Bergamo.
DDL titoli universitari abilitanti, Pittoni chiarisce alcuni aspetti specifici per la scuola
Il vicepresidente della Commissione Cultura al Senato ha spiegato come il disegno di legge sui titoli universitari abilitanti ha la finalità di semplificare le procedure per l’abilitazione all’esercizio di alcune professioni regolamentate, attribuendo all’esame di laurea effetto abilitante. Non sarà più richiesto, quindi, il superamento dell’esame di Stato, riducendo così i tempi di inserimento dei giovani laureati nel mercato del lavoro, fornendo una concreta risposta all’esigenza delle imprese e della pubblica amministrazione di disporre, in tempi rapidi, di personale qualificato in alcuni settori strategici.
‘Effetto abilitante – spiega Pittoni – che viene riconosciuto senza alcun arretramento sul piano della preparazione professionale. È infatti reso possibile assicurando specifici contenuti nei percorsi formativi universitari e garantendo il rispetto di adeguati standard qualitativi della prova abilitativa.
Il provvedimento costituisce un intervento organico con cui si estende ad altri ambiti professionali la misura (avviata con l’articolo 102 del decreto Cura Italia) che ha introdotto la laurea abilitante in Medicina e chirurgia, fornendo una risposta immediata all’esigenza di fronteggiare le condizioni di criticità del Servizio sanitario nazionale in seguito all’emergenza pandemica.
Segnalo che la strategicità della proposta trova riscontro nel suo inserimento fra gli interventi di riforma indicati nel Piano nazionale di ripresa e resilienza (PNRR) che devono essere approvati entro il 31 dicembre prossimo.Da qui l’esigenza che il Parlamento proceda con rapidità alla sua approvazione definitiva. La Commissione ne ha avviato l’esame lo scorso 3 agosto, con la mia illustrazione del provvedimento. È seguito lo scorso 14 settembre un ciclo di audizioni informali in sede di Ufficio di Presidenza, integrato dai rappresentanti del Gruppi parlamentari. E il giorno seguente si è conclusa la discussione generale. Sono poi stati presentati emendamenti e ordini del giorno, per la cui votazione siamo in attesa dei prescritti pareri.
Il provvedimento, come detto, dovrà entrare in vigore entro il 31 dicembre 2021, pena il mancato rispetto di uno degli impegni assunti nel PNRR. Questo potrebbe non consentire di accogliere ulteriori istanze di modifica del testo da parte dei settori professionali.
La disciplina legislativa potrà comunque essere ulteriormente integrata, alla luce di opportuni approfondimenti, anche dopo la sua approvazione. Al riguardo è in corso una fattiva interlocuzione con il Governo al fine di garantire un preciso impegno a favorire la rapida attivazione del tavolo di revisione e l’aggiornamento della disciplina relativa all’accesso alle professioni regolamentate, di cui al decreto del Presidente della Repubblica 5 giugno 2001, n. 328. Ciò consentirebbe di dare seguito in quella sede ad alcune importanti istanze provenienti da alcune professioni, in un’ottica di completamento del quadro normativo di riferimento nel suo complesso.
Pittoni: ‘Lauree abilitanti all’insegnamento ‘da masochisti’, si spinga su TFA e PAS’
‘E veniamo alla provocazione sull’esclusione dal provvedimento dei professionisti dell’insegnamento scolastico – così Pittoni entra nel merito della questione in riferimento alla scuola – Ho definito le lauree abilitanti all’insegnamento di una materia specifica “da masochisti“. Complicherebbero infatti la vita agli atenei e a tutti gli studenti, compresi cioè quelli non interessati alla docenza, quando – ministero permettendo – possono contare su TFA e PAS, a seconda del livello di esperienza, in linea con la normativa europea. Si spinga su quelli.
Altra cosa sono le lauree abilitanti all’esercizio di alcune professioni tecnico-scientifiche, che traggono origine dalla necessità di aggiornare il sistema di iscrizione agli ordini professionali: un numero limitato e nominativamente specificato di lauree, che oltretutto dovranno attuare una particolare curvatura per assicurare il raggiungimento in itinere dei requisiti considerati indispensabili per l’esercizio di una determinata professione.
Cosa che non può riferirsi alla professione docente – precisa Pittoni – cui si accede con la quasi totalità delle lauree magistrali previste dall’ordinamento accademico, sia per quanto attiene alle università che alle accademie di Belle Arti e ai conservatori. In pratica si dovrebbero rendere abilitanti all’esercizio della professione docente la totalità delle lauree esistenti e i diplomi di II° livello della accademie di Belle Arti, degli ISIA e dei Conservatori di musica. Operazione che snaturerebbe l’impianto scientifico-ordinamentale di tutti i corsi di laurea di II° livello.
A meno che non si voglia riprendere la strada – subito abbandonata al tempo della riforma delle scuole di specializzazione di istruzione secondaria nel 2011 – di prevedere per ogni corso accademico di laurea magistrale o comunque di II° livello, un corso “gemello” specificamente dedicato all’insegnamento: ma a parte i dubbi sulla sua validità scientifica, i costi sarebbero difficilmente sopportabili e la gestione dei doppi corsi in molti casi potrebbe rivelarsi materialmente impossibile, per carenza di strutture logistiche e personale.’