Vigilanza alunni durante la giornata scolastica: due professori accusati di mancato controllo processati al Tribunale di Torino.
Il controllo degli alunni rientra tra i compiti di ogni docente durante le proprie ore di servizio sia all’interno che all’esterno degli spazi scolastici. Oltre le ore dedicate all’attività didattica, la vigilanza deve avvenire in ogni altro momento, all’ingresso, all’uscita, durante la ricreazione ed i cambi ora. Queste disposizioni valgono per tutti i docenti relativamente a tutti gli alunni.
Normativa sulla vigilanza degli alunni
Il comma 5 dell’art.29 del CCNL disciplina in merito alla vigilanza degli alunni, stabilendo che il docente è responsabile durante l’intero svolgimento dell’attività didattica. L’insegnante deve essere presente cinque minuti prima dell’inizio delle lezioni ed accompagnare gli studenti all’uscita alla fine della giornata scolastica. Anche durante la ricreazione il docente dell’ora precedente ha l’obbligo della sorveglianza sulla classe in cui ha concluso la lezione.
Ogni scuola, ad inizio anno, deve redigere il proprio Regolamento d’Istituto in cui disciplinare con chiarezza le modalità in cui il personale deve vigilare.
Docenti accusati di mancato controllo
In base a quanto riportato da varie agenzie di stampa in questi giorni, tra cui l’Ansa e La Stampa, il Tribunale di Torino ha condannato una professoressa: la docente è ritenuta colpevole di non aver prestato vigilanza durante la ricreazione.
Ecco una breve ricostruzione dei fatti: la vicenda risale all’anno scolastico 2015/16 in una scuola media di Torino. Più volte, durante la ricreazione, un alunno disabile è stato vittima di offese, insulti, sputi e schiaffi da parte di un compagno “bullo”. Il docente di sostegno a cui l’alunno era affidato e la docente di potenziamento entrambi presenti durante la ricreazione non si sono accorti della situazione, che per altro si è ripetuta più volte
Solo grazie alle rivelazioni dei compagni di classe in un tema sulla tematica dell’uguaglianza si sono evinti i soprusi subiti dal ragazzino. Gli studenti hanno testimoniato che il docente di sostegno era impegnato con il cellulare e la docente di potenziamento non vigilava.
Gli insegnanti sono stati denunciati: dopo le indagini di rito, il Pm ha deliberato l’accusa di concorso in atti persecutori per omesso controllo. Il docente di sostegno ha già patteggiato un anno di reclusione e risarcito la famiglia dell’alunno con disabilità. La professoressa di potenziamento, invece, ha voluto affrontare il processo: due giorni fa il pubblico ministero ha chiesto una condanna pari ad un anno e 6 mesi per mancata vigilanza.