Laurea in psicologia: oggi un buon corso per lavorare a scuola. Vediamo come.
Una delle lauree più affascinanti è sicuramente quella di psicologia. Capire cosa c’è nella mente delle persone, guidarle nel far emergere la loro personalità, aiutarle a superare momenti di difficoltà è qualcosa che intriga moltissime persone e tanti studenti (soprattutto donne) scelgono di intraprendere questi studi.
Dopo i cinque anni, la professione di psicologo potrebbe essere considerata chiaramente lo sbocco lavorativo “naturale” di una laurea in Psicologia. Ma non c’è solo questo. Oggi infatti molti neolaureati in psicologia scelgono di specializzarsi in criminologia, oppure lavorare come responsabile delle risorse umane in un’azienda, o ancora di entrare nel mondo della scuola come insegnante.
E dato che noi ci occupiamo di docenti e scuola ci soffermiamo proprio su quest’ultimo sbocco lavorativo. Cosa può fare in una scuola un laureato in psicologia?
Come docente di cattedra le possibilità sono in realtà poche, dato che avendo una LM 51 (appunto la laurea magistrale in psicologia) l’unica classe di concorso alla quale si può accedere per insegnare è la A-18, quella che permette di insegnare Filosofia e Scienze umane.
Oltre a queste due materie si possono insegnare anche Relazioni internazionali, Scienze umane e sociali, Psicologia generale ed applicata, Teoria della comunicazione e Tecnica della comunicazione presso i licei delle scienze umane, linguistico, artistico, scientifico, musicale o negli istituti professionali.
Dato che la classe di concorso è solo una e quindi la possibilità di lavorare con la A-18 non è alta, un’alternativa che consigliamo è quella di provare la strada del sostegno.
Per insegnare sostegno oggi infatti in Italia bisogna superare il TFA, un corso di circa otto mesi a numero chiuso, dove si accede dopo una rigida e lunga selezione.
Dato che le materie che si studiano hanno a che fare con la psicologia, la pedagogia e la sociologia, un laureato in Psicologia ha certamente molte più chance di superare le preselettive rispetto a persone che hanno altre lauree. La strada per entrare di ruolo come docente, una volta acquisita la specializzazione in sostegno, è spianata.
Un altro consiglio che diamo è quello di presentare domande per fare da psicologo nelle scuole tramite progetti finanziati. Molte scuole quest’anno, anche in conseguenza di disagi psicologici dovuti alla pandemia, hanno inserito delle ore di incontri con lo psicologo. Figura esterna che è stata di aiuto a diversi ragazzi che hanno sofferto più di altri la Dad.
Ma non solo questioni legate al covid. Oggi fenomeni quali discriminazioni sociali o etniche, bullismo o cyberbullismo sono diffusi anche nei più giovani. Motivo per cui si stanno cercando di attuare dei percorsi mirati ad evitare il dilagarsi di questi fenomeni anche a scuola.
Poi c’è l’educazione sessuale: molte scuole la stanno inserendo negli ultimi anni tra le attività integrative proprio coinvolgendo degli psicologi.
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