La notizia delle scorse ore riaccende la speranza di molti insegnanti Diplomati Magistrali che avevano impugnato il licenziamento.
Ormai la notizia di un ennesimo merito negativo, con depennamento dalle Gae e conseguente licenziamento rappresenta la “routine” giudiziaria nei confronti dei Diplomati Magistrali.
La partita dell’inserimento nelle Gae a pieno titolo può dirsi ormai conclusa per questi insegnanti, ma restano aperti diversi problemi almeno da risolvere. Pensiamo a chi ha svolto e superato positivamente l’anno di prova e si è visto licenziare, con trasformazione del contratto da tempo indeterminato a tempo determinato, tornando quindi allo status di precario. Questa situazione è abbastanza diffusa, e molti di loro sono stati successivamente assunti dalla graduatorie concorsuali dovendo riaffrontare l’anno di prova. E questo accadrà anche per il futuro a quanto pare.
E pensiamo anche alla ricostruzione di carriera con riferimento al servizio svolto in ruolo con riserva non riconosciuto a molti Dm, assunti successivamente a tempo indeterminato a pieno titolo dalle graduatorie di merito.
Molti sono quindi i danni che continuano a subìre i Diplomati Magistrali.
Arriva però una notizia che lascia intravedere un piccolo varco, e che potrebbe aprire la strada anche a pronunce future similari.
La pronuncia di merito che reintegra un diplomato magistrale licenziato
La notizia che fa ben sperare arriva dallo Studio Legale Piraino, ed è proprio tramite la sua pagina facebook che ne giunge la comunicazione: “prima pronuncia nel merito che reintegra un diplomato magistrale licenziato per intervenuta sentenza di merito negativa del Tar”.
La pronuncia in oggetto è la sentenza n. 5409/2021, pubblicata il 7 giugno 2021, che così afferma:
“previo accertamento dell’illegittimità dei decreti di depennamento e di risoluzione del contratto a tempo indeterminato del ricorrente, ordina ai convenuti di reintegrare il medesimo nel posto di lavoro precedentemente occupato alle medesime condizioni osservate fino alla risoluzione”
Previsto anche risarcimento danno e rimborso spese processuali
La sentenza prosegue inoltre prevedendo un risarcimento a favore dell’insegnante reintegrato, ordinando infatti di “risarcire al medesimo il danno derivante da tale illegittimità, corrispondente alle mensilità di retribuzione globale di fatto non percepite (…)”.
A ciò, sempre da quanto si evince dalla pronuncia, si aggiunge ovviamente a scapito dei convenuti anche il rimborso delle spese processuali sostenute.
Le motivazioni si conosceranno nei prossimi giorni.