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Professori a scuola con la gonna? Rossano Sasso: “Non abbiamo bisogno di fenomeni, ma di educatori”.

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Professori a scuola con la gonna? Rossano Sasso: “Non abbiamo bisogno di fenomeni, ma di educatori”.

Da qualche giorno sta facendo molto discutere la scelta di molti docenti spagnoli di indossare la gonna durante le lezioni. L’iniziativa nasce a fine 2020 per denunciare le discriminazioni e per combattere gli stereotipi legati al genere, dopo la vicenda Mikel Gómez, uno studente di scuola superiore, cacciato da scuola per essersi recato in aula indossando una gonna.

Dopo quest’episodio un professore di matematica, Jose Piñas, ha quindi deciso di indossare lui una gonna e di mettere la sua foto su Twitter, scrivendo: “Molti insegnanti hanno guardato dall’altra parte. Io voglio unirmi alla causa di Mikel, che è stato espulso e mandato dallo psicologo”.

In pochi mesi il messaggio del prof, ma anche quello di Mikel, che aveva denunciato l’accaduto su Tik Tok, ha trovato sempre maggiori consensi e sono aumentati gli insegnanti maschi che vi aderiscono, tramite il movimento #LaRopaNoTieneGenero (che tradotto in italiano significa “I vestiti non hanno genere”).

Un’iniziativa insomma contro le discriminazioni e che ha l’intento di “educare alla diversità”, ma a che non è piaciuta a tutti.
La notizia è circolata anche in Italia, e come spesso accade, molti ne fanno una questione politica. Non si è fatta attendere infatti la dichiarazione di Rossano Sasso, sottosegretario del Miur, che nella giornata di sabato, tramite la propria pagina facebook ha preso le distanze dall’iniziativa: “Un insegnante esercita un potere enorme sui propri studenti. Proprio per questo da padre prima e da educatore poi avverto un enorme disagio quando si esercita tale potere per diffondere il proprio credo e non per il bene dei ragazzi – afferma il politico della Lega – Professori a scuola con la gonna per insegnare a non discriminare? Sarà figo forse per qualcuno, ma sbagliato e nocivo per altri. Per insegnare il rispetto per il prossimo non serve travestirsi ed insinuare ideologia di genere a scuola. Ma quando moda, marketing e politically correct si sostituiscono a pedagogia e buon senso, questo è il risultato”.

Dopo queste dichiarazioni, proprio oggi, a distanza di due giorni, Sasso ha pubblicato un altro post tornando sull’argomento, affermando che qualcuno lo ha accusato di omofobia: “Non c’è veramente limite al patetico e al ridicolo. Senza scomodare l’art.54 della Costituzione, io credo che non si debba confondere l’anarchia con la libertà e che quelli che qualcuno definisce come stereotipi da superare, per altri sono valori e punti di riferimento. Un docente, un educatore dovrebbe avere rispetto di tutte le sensibilità. Non abbiamo bisogno di fenomeni, ma di educatori“.

 

 

 

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