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Scuola d’estate: rischio flop concreto. I numeri e i motivi

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Scuola d’estate: rischio flop concreto. I numeri e i motivi.

“Sono oltre 5.800 istituti tra scuole statali e paritarie che hanno presentato progetti per ricevere le risorse Pon. Mi sembra un bel segnale. Per il Piano estate le scuole dispongono anche dei 150 milioni del decreto Sostegni”.

Esprime soddisfazione per il Piano scuola d’estate il Ministro dell’Istruzione Bianchi in un’intervista rilasciata al Corriere del Sera. Secondo il Ministro la sua idea di tenere aperte le scuole anche d’estate, dopo un inverno in cui docenti e studenti hanno lavorato e studiato in Dad, ha riscontrato successo ed è stata ben accolta.

I dati però in realtà dicono il contrario: su 53.313 sparse per tutta l’Italia (40.749 statali e 12.564 paritarie) hanno presentato domanda infatti solamente 5.126 scuole statali, 667 paritarie e 59 Cpia. In pratica il 10% sul totale.

Il Presidente dell’ANP, Antonello Giannelli, in merito a questi numeri esprime però la propria soddisfazione e loda i Presidi, che secondo lui andrebbero premiati: “Ancora una volta il mondo della scuola risponde alle esigenze della cittadinanza; dopo oltre 15 mesi di lavoro incessante, i dirigenti scolastici sono stati capaci di elaborare una ulteriore progettazione destinata ai loro alunni. Anche per questo, meritano quindi un segnale di riconoscimento da parte dell’Esecutivo”.

I progetti però partiranno solo se ci saranno adesioni da parte delle famiglie. E proprio lì sta il rischio del flop, perché molte di esse, anche nei progetti avviati gli scorsi anni, non hanno aderito.
Questo perché molti ragazzi non se la sentono di andare a scuola con il caldo dei mesi estivi e quest’anno, dato che la situazione pandemica sta via via migliorando, molte famiglie stanno prenotando già le vacanze per i periodi di Giugno e Luglio, proprio i mesi in cui vi sarà la scuola d’estate.

Non solo le famiglie, ma anche gran parte del corpo docenti non parteciperà. Secondo le statistiche a partecipare saranno soprattutto i precari.

Poi ci sono altri due problemi da non sottovalutare, ovvero le segreterie sguarnite, dove mancano i direttori amministrativi e vi è l’assenza di una struttura di supporto organizzativo-gestionale.

 

 

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