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“Ritorno in classe non dimostra normalità. Ci sono ancora questioni irrisolte”. Il pensiero del Presidente del Sindacato Nazionale “Orizzonte Docenti”, Antonino Ballarino.

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ROMA  – “La scelta di far tornare in classe i ragazzi, lunedì 26 aprile, a cinque settimane dalle fine dell’anno scolastico, dopo mesi e mesi di Dad non ha senso e non risolverà di certo il problema degli apprendimenti. Ritengo infatti che si sta riaprendo la scuola solo per dimostrare che si deve tornare alla normalità. E’ giusto! Ma di quale normalità però si parla quando nelle scuole italiane ci sono ancora docenti, dirigenti scolastici e personale ATA che non sono stati ancora vaccinati e persiste irrisolto il problema dei trasporti affollati?” A porsi questi quesiti e a porli all’opinione pubblica, quali spunti di riflessione anche per chi ci governa, è il presidente del sindacato nazionale di Orizzonte Docenti, Antonino Ballarino, secondo il quale “sforzi e impegni devono essere profusi non per un ultimo mese di lezioni, ma per lavorare sul prossimo anno scolasticoda svolgere in piena sicurezza, per essere pronti ad affrontare già da settembre qualsiasi evenienza. E bisogna farlo senza se e senza ma e soprattutto senza perdere tempo prezioso: solo così la scuola potrà tornare ad essere efficiente ed operativa. Non dimentichiamo che finché non ci sarà l’immunità di gregge i problemi saranno insoluti. A tal proposito –afferma il presidente Ballarino– sono d’accordo con l’associazione nazionale dei presidi e su quello che sostengono, come abbiamo fatto in tanti mesi noi del SINOD, quando fanno riferimento alle ‘decisioni’ che vengono prese da un giorno a un altro da chi non conosce personalmente le necessità di una scuola e le dinamica che regolano il funzionamento dell’attività scolastica. Per esempio, solo chi non ha la minima contezza della complessità dell’organizzazione scolastica può pensare di decidere le percentuali di frequenza scolastica. Per non parlare che si continua ancora a non pensare a quei docenti, ma anche a quei dirigenti scolastici e a quel personale ATA non ancora vaccinati e mandati fino a oggi allo sbaraglio, per i quali il sindacato nazionale di Orizzonte Docenti ha sempre chiesto la vaccinazione immediata, perché sono ‘in prima linea’ a rischio contagio, alla stessa stregua di sanitari, medici, infermieri e forze dell’ordine! Infatti non abbiamo condiviso da parte delle autorità competenti il cambio nell’ordine di priorità delle categorie di persone da vaccinare e, quindi, lo ‘stop’ ai vaccini per i docenti. E non si tratta di preferirli rispetto agli anziani o alle persone fragili! Ci mancherebbe altro -sottolinea il presidente nazionale di Orizzonte Docenti, Antonino Ballarino-, ma è solo perché docenti e personale scolastico non devono esporsi ad alcun rischio di contagio e non devono trasformarsi in inconsapevoli veicoli di trasmissione del Covid-19. Quindi, non una corsia preferenziale immotivata ed ingiustificata, ma una scelta dettata dalla consapevolezza che il docente è chiamato anch’esso –come chi lavora nella sanità e nelle forze dell’ordine- a garantire la salute pubblica, in questo caso di milioni di studenti che da lunedì 26 aprile devono tornare a scuola per completare i propri studi. Per noi non ha senso far slittare il piano vaccinale dedicato ai docenti addirittura al prossimo settembre, con la scusa che ormai rimane poco più che un mese per concludere questo anno scolastico e gli esami da preparare. Perché va tenuto presente che la scuola è frequentata da milioni e milioni di studenti che vivono situazioni di promiscuità nei mezzi di trasporto, nei luoghi all’aperto e nelle loro famiglie di appartenenza. Poi, però devono frequentare le lezioni in presenza, a contatto con i docenti già vaccinati e pure, paradossalmente, con quelli non ancora vaccinati, con il rischio o di essere contagiati o di contagiare a loro insaputa. E a nulla serve incentivare le lezioni all’aperto: come si può fare lezioni all’aperto nelle regioni del nord Italia, con il tempo che fa, con un clima spesso inclemente, come accade ormai anche nelle regioni meridionali, isole comprese? Ma di che stiamo parlando? Insomma solo se si lavora ad una immunità di gregge, vaccinando con la prima dose più gente possibile in Italia (utilizzando per questo anche quelle seconde dosi destinate al richiamo, così come viene fatto in Inghilterra) una buona fetta della nostra popolazione, circa 30 milioni di persone, potrebbe intanto diventare proficuamente già immune. Ciò aiuterebbe -sottolinea il presidente nazionale del SINOD– a non compromettere il regolare funzionamento dell’attività didattica, dato che la vaccinazione nel mondo della scuola, ricordo a tutti, è stata programmata ed è necessaria per garantire la salute di studenti e docenti, ma anche la continuità delle lezioni in presenza. Su tali questioni, problemi e temi –conclude il presidente nazionale di Orizzonte Docenti, Antonino Ballarino- chiederemo di incontrare il Governo, esprimendo in particolare il nostro disappunto su quei docenti ancora non vaccinati, ma chiamati a svolgere comunque il proprio lavoro. Terremo accesi i nostri riflettori a tutela della loro salute e della popolazione scolastica”.

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