da Il Sole 24 Ore di Eu.B e Cl.T. – Il conto dei professori da nominare per assicurare la riapertura delle scuole in sicurezza a settembre è destinato ad aumentare. Nel computo vanno aggiunti i 60mila docenti, stavolta a tempo determinato, che hanno fatto parte quest’anno dell’organico Covid e che saranno utili anche l’anno prossimo. A confermarlo è stato nei giorni scorsi lo stesso ministro Patrizio Bianchi durante un incontro con le organizzazioni sindacali. Anche se resta da capire quanti ne serviranno e per quanti mesi.
Ma partiamo dai punti fermi. A cominciare dall’amara considerazione che l’emergenza sanitaria si trascinerà anche nei prossimi mesi e dunque le regole di distanziamento anti-contagio torneranno ancora utili. Da qui la scelta del ministero dell’Istruzione di confermare, almeno per il 2021/22, l’organico aggiuntivo Covid-19, creato lo scorso anno da Lucia Azzolina, che ha provveduto a stanziare complessivamente circa 2 miliardi di euro, di cui 1,5-1,6 proprio per consentire alle scuole di assumere a tempo determinato docenti e personale tecnico-amministrativo.
Secondo i calcoli della Cisl Scuola, con le risorse a disposizione nel 2020/21, si potevano stipulare circa 60mila contratti con docenti e altri 20mila con personale Ata. Da fonti sindacali, risulterebbero firmati circa 90mila contratti (parte di essi possono però riguardare posti a orario ridotto o sostituire supplenti). Nel complesso, quindi, la conferma per il 2021/22 potrebbe interessare circa 80mila tra prof e Ata.
Passando alle questioni da risolvere, la prima riguarda la gestione di questo organico aggiuntivo, che nei mesi scorsi si è rivelata complessa. Con ritardi nel pagamento degli stipendi, giunti anche dopo 4 mesi di lavoro. Nell’interpretazione dei sindacati molti problemi sono dipesi dal fatto che lo Stato ha stanziato le risorse, lasciando poi libere le scuole di decidere come usarle: in sostanza, tutto è dipeso dalla tipologia di personale assunto e dal costo del singolo contratto.
Per evitare il bis, i sindacati della scuola, praticamente all’unisono, hanno chiesto al ministro Bianchi di “trasformare” i posti Covid in organico di fatto, e quindi di coprirli con contratti almeno fino al 30 giugno. Ma il responsabile di viale Trastevere non ha ancora dato una risposta definitiva. Complici le difficoltà a sciogliere il nodo risorse che, come abbiamo raccontato nell’altro articolo in pagina, s’intreccia con le immissioni in ruolo e dunque con l’intera operazione settembre.