Lezioni all’aperto: molti docenti sono d’accordo. Perché non farle sfruttando i banchi a rotelle?
Salvo che per l’educazione fisica, certamente nella scuola non si è soliti far fare le lezioni all’aperto agli studenti. Eppure in un periodo di pandemia come quello che stiamo vivendo, dato che i luoghi al chiuso sono meno sicuri di quelli all’aperto, fare didattica in spazi esterni può certamente essere efficace per contrastare il covid.
Molti docenti da quando si è rientrati in presenza stanno già facendo lezioni all’aperto di propria spontanea volontà autorizzati dal Dirigente scolastico, incentivati anche dall’arrivo della bella stagione.
Ma se prima da parte del Miur non c’era alcuna indicazione a tal proposito, adesso arriva il parere autorevole di Agostino Miozzo, consigliere del Ministero della Pubblica istruzione, che intervistato dal Messaggero sulla prossima riapertura delle scuole dopo il 26 aprile, promuove le lezioni all’aperto per contrastare la diffusione del coronavirus.
Per il già componente del Comitato tecnico Scientifico l’apertura delle scuole è un grande passo in avanti, ma non bisogna abbassare la guardia dicendo che esse sono luoghi sicuri: “Bisogna essere onesti – afferma – le scuole non sono esenti da contagi, ma bisogna fare una distinzione tra l’interno e l’esterno della scuola. All’interno, certo, c’è una quota di rischio di contagio, ma ridotta dalle regole, all’esterno restano i problemi dei trasporti e degli assembramenti. Sui quali, però, molto è stato fatto. Le lezioni all’aperto sono un aspetto importante, che va incentivato perché si riducono le possibilità di contagio. Certo, è più semplice farlo negli istituti delle piccole e medie città, o nelle periferie, meno nelle sedi in palazzi dei centri storici. Ma con spirito di iniziativa, capacità di adattamento e fantasia si può fare molto. La scuola all’aperto ha più storia della Dad”.
Dunque quanti saranno i docenti che seguiranno queste indicazioni e faranno lezioni all’aperto? Certamente caratteristica importante sarà quella di avere degli spazi esterni comodi, perché viene bene a scrivere seduti sul banco, ma un po’ meno seduti a terra, soprattutto se il terreno è asfaltato.
Non tutte le scuole possiedono un giardino e quindi per stare comodi l’ideale sarebbe quello di trasportare fisicamente banchi e sedie nello spazio esterno. Questo però viene complicato e sarebbe un lavoro enorme per i bidelli. Inoltre in caso di pioggia improvvisa bisognerebbe immediatamente rientrare e trasferire nuovamente all’interno banchi e sedie in poco tempo.
Ecco che in questo potrebbero tornare utili i banchi a rotelle, tanto voluti dall’ex ministro Azzolina e molto criticati per il loro inutilizzo. I banchi a rotelle hanno due vantaggi nell’ottica delle lezioni all’aperto: dispongono del poggialibro e sono più facili da trasportare. Persino i ragazzini stessi li possono muovere da un punto all’altro con facilità.
Riprenderli dai magazzini e portarli fuori, anche in uno spazio asfaltato può certamente essere un buon modo di impiegarli. Darebbero un senso alla spesa fatta dal Governo. Le rotelle permettono una facile mobilità, garantiscono il distanziamento e in caso di rientro immediato per pioggia o freddo i banchi possono essere riportati dentro in modo agevole.
Attualmente molti di essi sono rilegati nei depositi delle scuole. Perché non utilizzarli in questo modo?
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