Riapertura delle scuole, oggi in classe 8 alunni su 10. In Lombardia la percentuale maggiore, la Sardegna più in Dad tra tutte le regioni.
Secondo i dati pubblicati da Tuttoscuola, oggi, lunedì 12 Aprile, sono rientrati in aula 6,6, milioni di studenti su un totale di 8,5 milioni. In pratica 8 alunni su 10 hanno regolarmente svolto didattica in presenza, quasi un milione in più rispetto alla scorsa settimana. Due milioni ancora quelli in Dad.
Come sappiamo infatti tutta Italia è diventata nuovamente arancione, con le uniche eccezioni di Campania, Puglia, Sardegna e Valle d’Aosta.
E il ritorno in zona arancione significa didattica in presenza fino alla terza media e Dad solo alle superiori, dove si adottano forme flessibili affinché’ sia garantita l’attività’ didattica in presenza ad almeno il 50 per cento.
Analizzando con la lente d’ingrandimento i dati regionali, notiamo che la Regione con più alunni che rientrano in classe si registrano in Lombardia (circa 400 mila), seguita da Lazio (687.592 in presenza), Sicilia (614.891 in presenza), Veneto (573.694 in presenza), Emilia Romagna (519.878 in presenza) e Toscana (419.124 in presenza). Di contro la percentuale di più alunni in Dad si registra in Sardegna (circa 63 mila), passata in poche settimane da zona bianca a zona rossa.
Secondo la stessa analisi, ad essere tornato a scuola oggi è stato l’84% degli alunni al Nord, l’83% al Centro, il 76% nelle Isole, entro il 60% al Sud.
Complessivamente si ritorna ai dati del febbraio scorso, quando in presenza si erano sfiorati i 7 milioni di studenti in classe. Il ritorno a scuola non è solo la conseguenza del decreto legge 44 che ha consentito il rientro anche nelle zone rosse ai bambini della scuola dell’infanzia, agli alunni delle elementari e di quelli del primo anno di secondaria di I grado, ma soprattutto del miglioramento dei dati del contagio, anche se non tutti sono d’accordo sulla riapertura delle scuole oggi.
Il presidente dell’Associazione nazionale presidi, Antonello Giannelli, ha infatti espresso all’Ansa il suo dissenso, motivato dalla percentuale troppo bassa di docenti vaccinati: “Il personale della scuola ha ricevuto la prima dose per oltre il 70%, manca un quarto e trattandosi di una categoria professionalmente esposta non tanto e non solo al contagio tra i suoi componenti ma anche perchè può veicolare il virus, bisogna fare in modo di eliminare questo rischio. Non è un privilegio per la categoria, lo stesso principio vale per il personale sanitario. Ci faremo sentire”.
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