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Mario Pittoni e la stabilizzazione dei precari: presentato il disegno di legge

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Continua a battersi per la stabilizzazione dei precari Mario Pittoni, responsabile Scuola della Lega nonché vice presidente della commissione Cultura a palazzo Madama.
Tramite la propria pagina Facebook il senatore ha affermato di aver depositato un disegno di legge “Semplificazione della formazione e del reclutamento dei docenti”.

Questo il contenuto: “Da alcuni anni nella scuola assistiamo alla progressiva precarizzazione dei docenti, a scapito della qualità dell’insegnamento. Siamo tutti d’accordo che stabilizzare il personale precario del Servizio sanitario nazionale è stato un giusto riconoscimento per il grande sforzo sostenuto nella lotta al COVID-19. Perché non deve valere anche per i lavoratori della scuola, obbligati a sottoporsi a procedure concorsuali selettive anche dopo anni e anni d’impegno professionale in cui hanno goduto della piena fiducia dello Stato?

La normativa e la giurisprudenza dell’Unione europea prevedono inequivocabilmente che il datore di lavoro (pubblico o privato che sia) ha l’obbligo di non reiterare all’infinito contratti a tempo determinato e, conseguentemente, di stabilizzare il personale che per un triennio sia stato destinatario di contratti a termine su posti vacanti e quindi attribuibili, invece, a tempo indeterminato. Inoltre nelle graduatorie del nostro maxi-piano di stabilizzazione, per avere già a settembre 2020 tutti gli insegnanti al loro posto (diritto degli studenti questo sì legato alla qualità), si sarebbe entrati per merito.

Tutti hanno conseguito la vecchia e valida laurea quadriennale (o un titolo di studio equivalente) oppure una laurea quinquennale a ciclo unico o, ancora, la nuova triennale seguita dalla magistrale, raccogliendo complessivamente 300 crediti formativi universitari (CFU) oltre a presentare e discutere (nel caso del cosiddetto 3+2) due tesi di laurea.

Per di più occorrono tre anni di servizio nella scuola statale e quindi il merito – prosegue Mario Pittoni nel suo ddl – che giustamente si richiede per l’accesso al pubblico impiego, è stato già dimostrato e riconosciuto sul campo: tali docenti sono stati infatti per almeno tre anni educatori e formatori dei nostri ragazzi, li hanno valutati determinandone spesso l’avvenire scolastico, li hanno vagliati agli esami di Stato e, se talvolta magari non sono stati all’altezza del compito, sono stati sanzionati al pari dei colleghi di ruolo.

Molti sono abilitati, il che significa che, dopo il percorso formativo accademico, è stata valutata anche la loro formazione professionale teorica. E chi non è abilitato, sovente è vittima di un sistema che, nei dodici anni dalla chiusura delle Scuole di specializzazione all’insegnamento secondario (SSIS), ha attivato solo due percorsi ordinari finalizzati al conseguimento dell’abilitazione: ogni corso ha accolto circa 13.000 partecipanti

.Per quanto riguarda la scuola secondaria, se si considera che vanno in pensione non meno di 12.000 docenti l’anno, abbiamo dunque 10 annualità di turnover dimenticate dai corsi ordinari. Di tutto questo anche nell’ultimo decreto Scuola non si è tenuto conto. Sarà allora il caso di cominciare a pensare agli interventi da tempo attesi dalle centinaia di migliaia di precari e « ingabbiati » della scuola.

Mario Pittoni parla anche degli insegnanti di sostegno:

“Il mio ddl indica un percorso preciso per la soluzione delle criticità sul sostegno. Gli specializzati e coloro che hanno insegnato su posto di sostegno per almeno tre anni (spesso impossibilitati a specializzarsi per carenza di corsi) verranno assunti con contratto a tempo indeterminato – nel limite dei posti vacanti e disponibili – nel piano assunzionale straordinario legato all’emergenza pandemica. Ovviamente con clausola rescissoria se gli interessati non conseguono il titolo di specializzazione e l’abilitazione nei corsi che saranno predisposti durante il periodo di prova”.

 

 

 

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