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Vincolo quinquennale confermato: Sasso e Pittoni uniti nella richiesta di sospensione

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Vincolo quinquennale confermato: Sasso e Pittoni uniti nella richiesta di sospensione.

Lega unita nella richiesta di sospensione del vincolo quinquennale docenti: sia Rossano Sasso, neo sottosegratario del Miur, sia Mario Pittoni, responsabile del reparto scuola del partito del carroccio, si schierano contro questa norma che obbliga gli insegnanti immessi in ruolo con decorrenza giuridica 1 settembre 2020 a permanere per cinque anni nella scuola di titolarità, per la stessa classe di concorso e tipologia di posto.

Un vincolo quinquennale confermato dunque (legge 159 del 2019) ma che si sperava venisse modificato con il Decreto Sostegni approvato dal Consiglio del Ministri, dato anche il pressing dei sindacati e di una parte della maggioranza di Governo. Alla fine nel decreto non è stato inserito nulla, con grande delusione da parte degli insegnanti.

Ecco che dalla propria pagina facebook, Rossano Sasso afferma che chiederà a tutte le forze di maggioranza di unirsi alla proposta della Lega di sospendere il vincolo quinquennale: “In un momento di gravità eccezionale come quello che stiamo vivendo, è giusto pensare ad un ricongiungimento dei docenti fuorisede con i propri figli, genitori, evitando spostamenti per migliaia di lavoratori che tra zone rosse e restrizioni varie, hanno grandi difficoltà.
La Lega ha da sempre manifestato al Governo la volontà politica in tal senso e continuerà a battersi.
Adesso lo facciano tutte le altre forze di maggioranza, siamo ancora in tempo, serve unità.
Ma è giusto che i lavoratori sappiano chi si sta battendo, chi no e chi addirittura si sta opponendo”.

Anche il suo collega di partito Mario Pittoni tramite la sua pagina facebook annuncia la sua battaglia: “Nel decreto Sostegni non c’è la norma, chiesta da più parti, per sospendere il vincolo quinquennale dei docenti. Si domanda una deroga temporale, motivata dallo stato di emergenza pandemica, a sostegno delle famiglie e dei lavoratori della scuola per consentire il riavvicinamento al proprio nucleo familiare e al tempo stesso diminuire la massa di spostamenti che settimanalmente si registra con riferimento ai fuori sede. Un provvedimento dal nostro punto di vista assolutamente in linea con lo spirito del decreto, per affrontare un problema reale, segnalato da tempo, sul quale si dovrà comunque intervenire. Il meccanismo attuale, infatti, non solo colpisce l’interesse individuale di chi aspira a ricongiungersi alla famiglia. Mette a rischio pure l’interesse pubblico di assicurare la massima copertura delle cattedre vacanti con personale di ruolo. Vi sono aree del Paese dove lo stipendio non riesce più a coprire i costi della mobilità e decine di migliaia di cattedre finiscono affidate a personale supplente”.

 

 

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