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Festa del papà un anno dopo l’inizio della pandemia: oggi molti papà seguono i figli in Dad. Quando arrivano i bonus?

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Festa del papà un anno dopo l’inizio della pandemia: oggi molti papà seguono i figli in Dad. Quando arrivano i bonus?

Scuole chiuse in mezza Italia, sette milioni di studenti a casa e tantissimi genitori a casa ad assistere i propri figli durante la Dad.
Questo è il quadro della situazione di oggi ad un anno dall’inizio della pandemia (proprio ieri, 18 Marzo, si sono ricordate le vittime del covid) e nel giorno in cui si celebra la festa del papà.

Una situazione critica per tutti, che vede i ragazzi innocenti vittime delle mancanze della politica. La Dad doveva essere uno strumento temporaneo, durare pochi mesi, e invece è ancora attiva in moltissime zone. Dad che è non solo un disagio psicologico per i giovani, ma è anche un disagio organizzativo all’interno delle mura domestiche.

Già perché purtroppo non tutti i ragazzi sanno usare bene il computer o hanno un dispositivo informatico tutto per loro. Spesso lo smart-working del papà, della mamma, del fratello o della sorella costringe gli studenti a non poter seguire sempre le lezioni e i genitori dal canto loro si sono trovati a dover gestire lavoro ed esigenze dei figli nello stesso momento, oppure condividere in pochi metri più postazioni di lavoro e di studio, con tutto il caos che ne può derivare.

Oggi è la festa del papà e in tutta Italia sono molti anche i papà che stanno aiutando i propri figli nella didattica a distanza. Ed esattamente una settimana fa, lo scorso venerdì 12 marzo, il governo Draghi ha varato il nuovo decreto con le norme anti-Covid e nel testo sono stati inseriti due strumenti per far fronte a questi “disagi casalinghi”: il congedo parentale e il bonus baby-sitter.

Il primo consiste nella possibilità per i genitori di chiedere congedi dal lavoro, anche alternati. Essi sono retribuiti al 50 percento dello stipendio per chi ha figli minori di 14 anni e non retribuiti per chi ha figli tra 14 e 16 anni.

Il secondo strumento, cioè il bonus baby-sitter, consiste in 100 euro settimanali destinati ad autonomi, partite Iva, lavoratori sanitari e forze dell’ordine.

Due opzioni che possono certamente aiutare le famiglie, ma che a diverse settimane dalla chiusura delle scuole non sono ancora attivi. Così anche oggi, nella loro festa, i papà (ma anche le mamme) saranno costretti a fare tutto da soli. E si chiedono come sia possibile, ad un anno di distanza dall’inizio della pandemia svegliarsi al mattino con i ragazzi ancora in Dad e con gli stessi problemi ancora in ballo. In un anno di interventi concreti ce ne sono stati pochi da parte delle istituzioni. Si poteva e si doveva fare di più.
Il Governo adesso è cambiato e qualche settimana fa le dichiarazioni della Ministra Bonetti facevano ben sperare tutti: “Congedi parentali se chiudono le scuole” aveva detto ad inizio mese.

Le scuole sono arrivate a chiudere, ma finora per le famiglie ci sono soltanto parole.
Eppure questi strumenti vanno azionati presto, perché il decreto del governo prevede lo stop a tutte attività in presenza, comprese quelle negli asili nido, non solo nelle zone rosse, ma anche in tutte le altre aree dove il numero dei contagi supera i 250 casi per 100mila abitanti nell’arco di sette giorni. Combinato con la Dad parziale in vigore per le superiori nelle zone gialle e arancioni, significa di fatto la chiusura fino a Pasqua di quasi tutto il sistema scolastico.
Bisogna dunque intervenire presto.

A cosa è dovuto questo ritardo?
Dall’Istituto di previdenza fanno sapere che la colpa è dovuta ai passaggi burocratici necessari alla scrittura delle circolari, ma non fissano date precise per la loro pubblicazione.
Nel frattempo oggi si sapranno i nuovi colori delle regioni. Per molti papà, ma anche molte mamme la speranza è come regalo di ricevere i bonus o i congedi parentali, o se non altro un rientro celere dei loro figli in classe.

 

 

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Fonte: https://www.fanpage.it/

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