Rinnovo contratto insegnanti: previsto aumento di 107 euro di stipendio.
Si è svolto ieri a Palazzo Chigi un incontro tra il Ministro della Pubblica Amministrazione Renato Brunetta e le confederazioni sindacali rappresentative del pubblico impiego per avviare i negoziati di rinnovo all’ARAN.
Uno dei punti fondamentali del patto è l’elemento perequativo e per quanto riguarda l’aumento di stipendio, questo è stato stimato, in media, in circa 107 euro per dipendente pubblico, dato che Brunetta ha parlato di 6,8 miliardi rispetto ai 5,4 miliardi stanziati nel 2018 per rinnovare i contratti, quindi ci sono 1,4 miliardi in più che dovrebbero portare all’aumento di stipendio sopra riportato. Fondamentale per tutti i comparti, specialmente per la scuola, è capire come verranno distribuite le risorse destinate ai rinnovi contrattuali. Il criterio di ripartizione segnerà il tipo di aumento che ogni comparto dovrà ricevere.
“Voglio investire nei medici, negli infermieri, negli insegnanti, negli impiegati, nel loro lavoro – ha affermato Brunetta in un’intervista a Radio anch’io – Voglio migliorare la Pa. Abbiamo le risorse per farlo, abbiamo l’obbligo di farlo, è una grande occasione”
Soddisfatti i sindacati: “107 euro sono di più degli 80 euro di tre anni fa – commenta Marcello Pacifico dell’Anief – e quindi si va verso un accordo che però per Anief deve andare verso il principio del salario minimo. Per tutti i dipendenti pubblici deve essere legato al costo dell’inflazione. Nel 2008 c’è stata una legge che aveva bloccato l’aumento degli stipendi, poi c’è stato un primo contratto e questo è il secondo contratto che aumenta la percentuale dal 3,48 al 4,07 ma non recupera ancora integralmente i 14 punti di inflazione. Da questo punto di vista per noi è importante andare a pareggio rispetto al costo della vita, poi ci deve essere l’impegno nel definire i temi del lavoro agile, della sicurezza dei lavoratori, e fare in modo che la pianta organica sia utilizzata non attraverso dei contratti a termine ma con contratti a tempo indeterminato”.
Ma Anief non si ferma al rinnovo contratto insegnanti, si batterà anche per l’indennità di rischio Covid per i lavoratori della scuola e per il pensionamento a 63 anni: “L’indennità di rischio covid deve essere inserita nel contratto – continua Pacifico – e in Italia deve essere aggiornato l’elenco delle malattie invalidanti, come si sta facendo in Europa. Bisogna, rispetto a chi deve garantire per lo Stato un servizio che è a rischio biologico, Covid oggi, Burnout ieri e domani, prevedere delle specifiche voci e delle finestre per il pensionamento. Noi abbiamo nella scuola la classe insegnante più vecchia del mondo e non possiamo permetterci oggi di disquisire se a 65 anni si deve fare il vaccino: si dovrebbe andare in pensione a 63 anni senza penalizzazioni”.
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