Il covid allunga i tempi dei concorsi: selezione tramite titoli?
I contagi da covid-19 non accennano a diminuire e la stretta pasquale ne è una dimostrazione, con quasi tutta Italia in zona rossa o arancione e metà degli studenti italiani che è tornato in Dad.
Con le regioni chiuse e l’impossibilità di spostarsi è impensabile far partire la macchina del concorso ordinario. Eh si, perché il concorso porterà una mobilitazione di persone molto elevata e in tempi di pandemia e proprio l’ultima cosa da fare. Già si è visto quanto sia stato complicato completare le procedure dello straordinario (e mancano ancora da espletare le suppletive).
Per Mario Pittoni, responsabile scuola della Lega e vice presidente della Commissione Cultura è impossibile che i concorsi si concludano in tempo prima dell’inizio del nuovo anno scolastico.
E ciò è plausibile, dato che il tempo medio per lo svolgimento di un concorso a cattedra è difficilmente inferiore agli otto-dieci mesi.
Dunque, dato che siamo a metà Marzo, chi sperava che a Settembre sarebbero arrivati nelle scuole almeno una parte degli 80 mila vincitori del concorso si dovrà ricredere.
Ecco che Pittoni, quindi, ripropone il suo disegno di legge: le selezioni derivanti da procedure basate sulla valutazione di titoli e servizi. Una possibilità che l’ex ministra Lucia Azzolina non aveva mai voluto prendere in considerazione ma che la stessa Unione europea ha più volte definito fattibile. Con più di 213 mila supplenze stipulate quest’anno e ancora di più probabilmente il prossimo, il leghista è convinto che questa sia la strada migliore da percorrere, mentre invece in tempi più distesi, si potrà pensare a tornare a svolgere i concorsi normalmente.
Del resto se il covid allunga i tempi dei concorsi, la scuola di tempo non ne ha.
Anche il Ministro della Pubblica Amministrazione Brunetta ha parlato della selezione del personale, affermando di voler apportare dei cambiamenti: “Sto pensando ad una piccola rivoluzione – ha annunciato – Basta con i concorsi cartacei, 1500 persone riunite negli stadi per scrivere un testo che verrà corretto due anni dopo, per fare un orale che verrà espletato cinque anni dopo e per vedere i risultati otto anni dopo. Così non si va da nessuna parte. Ci sono tantissimi giovani bravi iscritti agli Ordini professionali, che hanno fatto il dottorato all’università, professionisti straordinari tra cui scegliere”.
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Fonte: La Tecnica della scuola