da Il Sole 24 Ore di Eugenio Bruno e Claudio Tucci
Una ventina di milioni di euro per la formazione mirata dei docenti sui temi dell’inclusione e per l’acquisto di ulteriori ausili didattici; 25mila nuove cattedre in tre anni, di cui le prime 5mila già a settembre 2021; una rinnovata procedura di selezione per reclutare insegnanti (davvero) specializzati sul sostegno. Con queste tre mosse – indicate dal precedente governo Conte-bis e lasciate in eredità all’esecutivo Draghi – la scuola italiana prova a cambiare passo sul sostegno e sui bisogni educativi speciali. Ma le novità non finiscono qui perché dal 2021/22 cambiano i modelli di piano educativo individualizzato (il Pei), da adottare da parte delle scuole, che avranno nelle prossime settimane l’obiettivo di un generale ripensamento delle pratiche di inclusione a vantaggio dei ragazzi. I cui numeri sono in crescita di anno in anno. A settembre 2020, secondo l’ultima fotografia del ministero dell’Istruzione, gli alunni con disabilità erano quasi 269mila, 268.671 per la precisione, di cui oltre 100mila alla primaria, 70mila alle medie, quasi 80mila alle superiori, e quasi 20mila all’infanzia. Il 3,5% del totale, in aumento costante.
Pochi docenti specializzati
Il nodo ricorrente negli ultimi anni è che spesso questi ragazzi sono stati seguiti da docenti precari e senza specializzazione. L’ultima fotografia della Cisl Scuola, su dati dell’Istruzione, è stata impietosa: lo scorso anno oltre 104mila posti di sostegno sono andati a insegnanti a tempo determinato (e la gran parte non aveva la specializzazione). Le deroghe sono state circa 80mila e il dato non è ancora definitivo.
A fronte di questo quadro, la legge di bilancio 2021 prova a correre i ripari prevedendo un piano pluriennale di immissione in ruolo di 25 mila docenti di sostegno: 5mila dal 2021/22; 11mila dal 2022/23 e i restanti 9mila posti di sostego dall’anno scolastico 2023/2024. Ma il punto è che le graduatorie da cui attingere sono di fatto sguarnite. Tutte le speranze sono affidate all’ultimo ciclo dei Tirocini formativi attivi (Tfa) che consentirà a 20mila nuovi prof di specializzarsi. Si chiude il 16 luglio, con due deroghe causa-Covid: la durata del tirocinio diretto potrà essere inferiore a 5 mesi e di conseguenza l’intero corso potrà durare meno di otto.
Reclutamento
L’altra novità, sempre prevista dalla manovra, è il via libera a una innovativa procedura concorsuale per reclutare docenti specializzati sul sostegno. Sarà un decreto dell’Istruzione a disciplinarla. Il concorso sarà bandito ogni due anni. E, sempre ogni due anni, le graduatorie potranno essere integrate e il punteggio dei candidati presenti in graduatoria sarà aggiornato sulla base dei nuovi titoli conseguiti nel frattempo. Ma anche se la norma venisse attuata a breve è impossibile che gli effetti si facciano sentire già da settembre. Nel frattempo è stato anche incrementato, per quest’anno, di 70 milioni il finanziamento alle scuole paritarie che accolgono alunni con disabilità.
Formazione obbligatoria
Accanto alle cattedre in più si punta anche sulla formazione obbligatoria: con 10 milioni aggiuntivi quest’anno si potenziano le attività (non meno di 25 ore di impegno complessivo) rivolte al personale impegnato nelle classi con alunni con disabilità. Altri 10 milioni infine serviranno per acquisto e manutenzione di attrezzature tecniche e di sussidi didattici destinati alle scuole che accolgono alunni con disabilità certificata. Sperando che tutto ciò basti perché questi mesi ci hanno dimostrato che il prezzo più alto della crisi a scuola lo stanno pagando proprio gli studenti più in difficoltà.