L’apertura dei termini per la presentazione delle domande di mobilità, ipotizzata in prima battuta per ieri, 8 marzo, slitterà di qualche giorno. Idem per l’accordo politico per la cancellazione del vincolo di permanenza quinquennale nella prima sede di assegnazione per i neoimmessi in ruolo. Il ritardo è dovuto alle difficoltà incontrate dal ministro dell’istruzione, Patrizio Bianchi, a trovare una soluzione a quest’ultimo problema. Che necessita di un intervento legislativo ad hoc. È quanto è emerso in un incontro che si è tenuto venerdì scorso a viale Trastevere tra i rappresentanti del ministero dell’istruzione e dei sindacati della scuola. Quest’anno c’è anche un’ulteriore complicazione: dal 1° marzo 2021 l’accesso dei nuovi utenti all’area riservata del ministero dell’Istruzione può avvenire esclusivamente con credenziali digitali Spid (sistema pubblico di identità digitale). Lo Spid dovrà essere utilizzato anche dai possessori di credenziali scadute. La novità è stata introdotta dal decreto-legge 76/2020, che impone questa modalità di inoltro delle domande alla pubblica amministrazione. Il ministero ne ha dato notizia il 4 marzo scorso con un avviso pubblicato sullo spazio web di «istanze online». L’amministrazione ha chiarito, però, che fino al 30 settembre prossimo sarà ancora possibile utilizzare le vecchie credenziali (username, password e codice personale). Dunque, almeno per quest’anno, sarà possibile presentare tutte le istanze di mobilità (trasferimento, passaggio, utilizzazione, assegnazione provvisoria) continuando ad utilizzare le credenziali di istanze online.
L’unica novità di rilievo emersa finora al tavolo negoziale è l’attribuzione dei 12 punti anche agli idonei al concorso ordinario del 2016. La questione dei blocchi riguarda, invece, i docenti immessi in ruolo nel 2019 per effetto del concorso indetto con il decreto 85/18. Per i quali il diritto alla mobilità è precluso dal 2019/2020 e lo sarà fino al 2023/24, anno in cui gli interessati potranno presentare la domanda di mobilità con effetti al 1° settembre 2024 (si veda l’articolo 13, comma 3, del decreto legislativo 13 aprile 2017, n. 59). E riguarda anche i docenti neoimmessi in ruolo dal 1° settembre 2020, per i quali il vincolo di permanenza quinquennale avrà effetti fino al 2024/25. Anno, quest’ultimo, in cui i docenti interessati potranno presentare la domanda di mobilità con effetti dal 1° settembre 2025 (si veda l’articolo 1, comma 17-octies, del decreto-legge 126/2019). Infine, c’è il vincolo triennale per i docenti che abbiano ottenuto il trasferimento su preferenza puntuale di scuola. L’anno scorso sono state presentate 110.940 domande di mobilità: circa il 9% in più rispetto all’anno precedente. Ne sono state accolte 18.581. Dunque, con un tasso pari al 17%. Mentre il tasso di mobilità, a fronte di una popolazione di circa un milione di addetti, ammonta appena all’1,86%.