“In base alle zone, Università in presenza dopo Pasqua”: questa la dichiarazione rilasciata a Timeline dal neo Ministro dell’Università e della Ricerca Maria Cristina Messa.
Un’auspicio più che una certezza, dato che la situazione dei contagi non accenna ad arrestarsi definitivamente. Il Governo sta pensando dopo il parere del CTS (riunione prevista per oggi) a delle misure più restrittive, che potrebbero però riguardare non tutto il territorio nazionale, ma soltanto le regioni colpite maggiormente dalla pandemia, ovvero quello arancioni o rosse.
Si presuppone quindi, che come nelle zona bianche o gialle la didattica nelle scuole venga fatta in presenza, si possa di conseguenza fare in presenza pure la didattica nelle Università.
E secondo la Ministra il periodo giusto per la ripresa delle lezioni in presenza potrebbe essere dopo le festività pasquali: “A seconda delle zone spero che si riesca dopo Pasqua per lo meno ad aprirne una parte” A chi gli chiede se finita la pandemia resterà un sistema misto tra presenza e dad, la Messa risponde: “Credo che tutte le università useranno la didattica a distanza in maniera complementare a quella in presenza”.
E nella Dad che finora si è fatta, la Messa vede un’opportunità: è utile per far diventare più internazionali le nostre università: “L’idea potrebbe essere di condividere in nostri corsi e quelli degli atenei stranieri a distanza – prosegue la Ministra – ora abbiamo le strutture per farlo e per dare uno spirito internazionale alle nostre università”.
Poi un accenno al ruolo della donna oggi: “A breve termine credo si debba agire sul mondo del lavoro e sul riconoscimento dell’equità salariale e sull’incentivazione nell’assunzione di giovani donne. A medio termine bisogna agire avendo dato una formazione alle donne il più possibile completa e indipendente dagli stereotipi. Basta dire che le donne fanno studi umanistici e gli uomini scientifici. Su questo stiamo lavorando da anni ma si deve migliorare e incentivare le giovani a intraprendere qualsiasi tipo di studio vogliano.
L’obiettivo a lungo termine è quello di arrivare a sistemi paritari in tutti i nostri sistemi, dal mondo della politica a quello dell’industria, della formazione, in modo che non sia più un evento se a guidare una grande azienda o un’università c’è una donna”.
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Fonte: https://tg24.sky.it/