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Giannelli: “Difficile scuola in presenza al 100%”

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“Difficile pensare in questo momento ad una scuola in presenza al 100%”. A dirlo è il presidente dell’Associazione nazionale presidi, Antonello Giannelli, nel corso di un’intervista Sky Tg24.

A preoccupare è la variante inglese del Covid-19, che rende più difficile il rientro in presenza in totalità. Ricordiamo infatti che le scuole superiori dopo le vacanze natalizie sono tornate in classe al 50%, con una progressione graduale verso il 75%, nell’ottica di un rientro completo qualora le condizioni epidemiologiche lo avessero permesso. Le regioni però come sappiamo si sono mosse autonomamente (in funzione del colore che avevano e non solo) e quindi in certe zone d’Italia sia i sindaci che i Governatori hanno imposto la didattica a distanza ove necessario.

“Sicuramente l’obiettivo è quello di far tornare in classe, ma il problema è se sia possibile, tanto più con la variante inglese che sembra molto aggressiva dal punto di vista dei contagi – ha continuato Giannelli – L’anno prossimo dovremmo avere tutta la popolazione scolastica in classe e anche per questo abbiamo chiesto una accelerazione della campagna vaccinale per la scuola”.

In effetti anche per neo Premier Mario Draghi la priorità è quella di tornare con una scuola in presenza al 100% e accelerare la campagna vaccinale. Le varianti si stanno diffondendo nella popolazione nella percentuale di un caso su 5. Bisogna quindi stare attenti, soprattutto nelle aule dove ci sono ragazzi e docenti.

Altro tema posto dal presidente dell’ANP è quello riguardante l’efficacia della didattica a distanza: “La pandemia ha acuito situazioni che già esistevano – risponde Giannelli – La situazione è molto differenziata sia a livello geografico sia a livello di singola classe. Tanti ragazzi non sono riusciti a collegarsi in maniera efficace, a seconda della situazione della famiglia l’efficacia della dad è stata diversa. Bisogna vedere dove le competenze sono carenti, soprattutto negli istituti superiori dove quest’anno è stato più sofferto, con stop and go continui. Al momento mancano rilevazioni ufficiali sul rendimento dei ragazzi rispetto all’adozione della didattica a distanza. Non a caso ho chiesto se ne possa occupare l’Invalsi, così da avere un monitoraggio effettivo, scientifico su basi oggettive che possa essere realizzato in tutte le classi. Pensare a una ripresa a settembre con un monitoraggio e un piano recupero che possa effettivamente colmare queste lacune mi sembra un buon orizzonte di politica scolastica”.

 

 

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Fonte: https://www.tecnicadellascuola.it/

 

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