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Docenti in classe in estate: arriva il no dalla Cassazione

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Docenti in classe in estate: arriva il no dalla Cassazione.

Si sta parlando molto in questi giorni della possibilità di un prolungamento del calendario scolastico per recuperare le ore di scuola in presenza perse durante la Dad. Una notizia che in realtà non ha avuto conferma né da parte di Draghi, né da parte di Bianchi, che ha scatenato le reazioni del personale della scuola e non solo.

“Allungare il calendario scolastico? significa far credere che con la Dad la scuola ha scherzato” hanno tuonato i sindacati, che ribadiscono il loro ‘no’ a questa eventualità.

Adesso, dopo gli addetti ai lavori, si è pronunciata in merito anche la Corte di Cassazione, che con sentenza n. 23934/2020 emanata su un ricorso della provincia autonoma di Bolzano e di un istituto secondario di secondo grado di quella provincia, ha affermato che non c’è alcun obbligo per i docenti di fare lezione durante i mesi estivi.

La Corte ha ricordato che – se è vero che i docenti, detratto il periodo di ferie, vanno comunque considerati in servizio durante i mesi estivi – è altrettanto vero che gli stessi non hanno alcuna necessità dì offrire la propria prestazione e di presentarsi a scuola. Inoltre, per la peculiarità del sistema scolastico, è del tutto pacifico che durante i mesi estivi non è previsto lo svolgimento della didattica frontale generalizzata e che le stesse “attività didattiche” ordinarie (collegi, scrutini, altre attività regolarmente deliberate) non vengono espletate in tale periodo.

Ricordiamo che gli obblighi dei docenti si distinguono in attività di insegnamento in senso stretto e attività funzionali all’insegnamento, tra le quali vanno annoverate, oltre alla preparazione delle lezioni e alla correzione dei compiti, le attività di carattere collegiale, come scrutini, riunioni e programmazioni.

L’art. 74 del Testo Unico della Scuola stabilisce che allo svolgimento delle lezioni devono essere dedicati almeno 200 giorni.
Com’è noto, il calendario scolastico viene deciso a livello regionale, con facoltà per gli istituti scolastici di discostarsene, fermo restando il rispetto del numero di giorni ivi previsti.
Le attività didattiche in senso lato, invece, iniziano il 1° settembre di ogni anno per terminare il 30 giugno.

Dunque non è obbligatoria la presenza di docenti in classe in estate e certamente la sentenza della Cassazione è stata utile a ricordarlo. Il neo ministro potrebbe modificare tali regole con un apposito intervento legislativo, ma andrebbe a modificare il contratto dei docenti, che per legge sono obbligati a chiedere le ferie nei periodi di sospensione delle attività didattiche.

Resta da aggiungere che non si tratterebbe certamente di un provvedimento a costo zero, in quanto occorrerebbe tenere in considerazione i docenti precari, che vengono assunti con contratto fino al 30 giugno, per cui un’eventuale continuazione delle attività didattiche dopo tale data comporterebbe le proroga di migliaia di assunzioni.

 

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Fonte: https://www.tecnicadellascuola.it/

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