“Le scuole non chiuderanno”: è questo quanto affermato all’ex Ministra dell’istruzione Lucia Azzolina in un’intervista a La Repubblica: “Lo sapete, io penso che le scuole debbano essere l’ultima cosa a chiudere. Ovviamente è una scelta politica. Se dovessero aumentare i contagi e il governo dovrà deciderà le priorità, mi auguro che la scuola sia messa al primo posto”.
Prima di lasciare Viale Trastevere la Azzolina ha avuto modo di confrontarsi col nuovo Ministro Patrizio Bianchi: “Il neoministro al momento ha escluso la possibilità di ritornare tutti in Dad. Gli ho chiesto di continuare a lavorare per la scuola in presenza: oggi le scuole in Italia sono aperte, al contrario della maggior parte dei Paesi europei. Ho anche ricordato il lavoro sugli Esami di Stato, con una proposta già definita e nata dall’ascolto di docenti, studenti e famiglie. È stato un anno molto impegnativo e sono fiera del lavoro svolto, che mi auguro non venga disperso”.
La pentastellata poi esprime il suo pensiero anche sulle varianti e i dispositivi di sicurezza da adottare: “Ho ascoltato gli scienziati credo sarebbe opportuno fornire agli insegnanti mascherine Ffp2. Il lavoro sulla sicurezza nelle scuole è stato fatto: distanza, igienizzanti, 40mila aule in più, 70mila docenti e Ata in più, alcune classi sdoppiate. Questo permetterà di affrontare anche le varianti”. Poi ricorda, commossa: “Per una persona che ama la scuola, dover dire il 4 marzo all’intero Paese che bisognava chiudere è stata una ferita che porterò dentro per sempre”.
Intanto, nonostante queste parole, alcune scuole stanno chiudendo. Ieri il Presidente della Regione Lombardia Fontana ha firmato l’ordinanza per la chiusura dei comuni di Viggiù, Mede, Castrezzato e Bollate. Impennata di contagi anche in Campania con un centinaio di scuole che sono state chiuse tra la provincia di Napoli e Benevento.
Anche in Abruzzo e nelle Marche è allarme per l’aumento di casi legati alle varianti del Covid-19. Una serie di focolai sono stati individuati anche tra gli studenti, il che ha spinto gli amministratori locali a prendere decisioni drastiche per evitare l’ulteriore diffusione del contagio.
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