Sindrome di burnout per i docenti: cos’è e come si supera.
Stress, pessimismo, irrequietezza, indecisione, scarsa concentrazione, ansia, irritabilità. Sono i sintomi comuni del cosiddetto “burnout”, l’esito patologico dell’insofferenza legata al lavoro che sempre più spesso colpisce insegnanti, presidi e personale scolastico.
La società richiede sempre di più alla figura dell’insegnante, che da un lato viene sovraccaricata ed esaltata, dall’altra viene bistrattata. Le cronache hanno raccontato spesso di aggressioni ad insegnanti da parte di genitori ed alunni e di tensioni con la dirigenza. Tutto ciò può portare stress al docente, poca serenità, paura di recarsi a scuola, alterazioni frequenti del proprio umore, scarsa attitudine alle relazioni con gli altri (fondamentali in questo lavoro).
Ma quali sono i fattori che possono portare alla sindrome di burnout?
Prima di tutto la presenza di sovraccarico di lavoro. Se alcune persone sono in grado di gestire lavori molto impegnativi nell’ambito dei quali sono sottoposte a molte sfide e pressioni, queste richieste possono causare stress se una persona sente di non riuscire a farvi fronte o di non avere abbastanza controllo su di esse.
Un secondo fattore spesso rilevato riguardo ai rischi psicosociali è la mancanza di controllo personale, cioè il non avere sufficiente influenza su come viene svolto il lavoro. In questo senso è bene ricordare che se una persona non ha il controllo che si attende, se sono gli altri a determinare il ritmo o la modalità di svolgimento del lavoro, ciò può aumentare la sensazione di stress. Anche non avere il controllo su altri pericoli può contribuire ad aumentare lo stress.
Terzo fattore è l’ambiente di lavoro. Se non si lavora in un ambiente di lavoro sereno, con un clima cordiale, di amicizia e aiuto reciproco il docente si piò sentire solo o poco integrato. Ciò influirà negativamente sul suo lavoro e su ciò che trasmetterà ai ragazzi. Spesso questi si collega alla mancanza di un supporto adeguato da parte di dirigenti o colleghi.
Altro fattore di rischio che potrebbe causare la sindrome di burnout è la scarsa gestione del cambiamento: il non essere sufficientemente coinvolti o informati dei cambiamenti organizzativi può portare a incertezza e dubbi, e a sua volta ciò può far sentire le persone stressate.
Altra causa sono i valori contrastanti: il disadattamento nasce quando si vive un conflitto di valori all’interno del contesto di lavoro e cioè quando la persona non condivide i valori che l’organizzazione trasmette oppure quando i valori non trovano corrispondenza, a livello organizzativo, nelle scelte operate e nella condotta.
Ultimo fattore le molestie e il mobbing, ampiamenti riconosciuti come rischi psicosociali sul luogo di lavoro. Si parla di molestie quando ci si trova di fronte a un comportamento ripetuto e irragionevole contro un lavoratore o un gruppo di lavoratori, volto a perseguitare, umiliare, intimidire e minacciare le persone prese di mira.
Rilevare la presenza di tali sintomi di stress da lavoro correlato non significa, comunque, individuare eventuali fonti/fattori di stress, bensì individuare dei comportamenti che denotano la presenza di stress lavorativo tra i lavoratori. In altre parole prendiamo coscienza che lo stress è presente tra i lavoratori ma non sappiamo ancora se è provocato dal lavoro oppure dalla sfera privata, per saperlo dobbiamo verificare la presenta di possibili fonti o fattori di stress.
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