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Classificazione ICF: l’approccio innovativo che cambia il concetto di salute

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Uno degli argomenti più importanti che l’insegnante di sostegno deve conoscere è la cosiddetta ICF (Classificazione Internazionale del Funzionamento, Disabilità e Salute) elaborata nel 2001 dall’Organizzazione Mondiale della Sanità.

Questa classificazione propone un approccio innovativo e multidisciplinare al diversamente abile. La salute non viene più circoscritta solo a negative condizioni fisiche, malfunzionamenti articolari o deficit menali, ma si allarga anche alle difficoltà sociali, psicologiche, familiari, lavorative che può avere un individuo.

Attraverso la classificazione ICF si vuole quindi descrivere non le persone, ma le loro situazioni di vita quotidiana in relazione al loro contesto ambientale e sottolineare l’individuo non solo come persona avente malattie o disabilità, ma soprattutto evidenziarne l’unicità e la globalità.

Quali sono gli scopi della classificazione ICF?
Tra i tanti possiamo sintetizzarli in:
– fornire una base scientifica per la comprensione e lo studio della salute, delle condizioni, conseguenze e cause determinanti ad essa correlate;
– stabilire un linguaggio comune per la descrizione della salute e delle condizioni ad essa correlate allo scopo di migliorare la comunicazione tra i diversi utilizzatori (quali operatori sanitari, ricercatori, esponenti politici, popolazione, etc…);
– rendere possibile il confronto fra dati raccolti in paesi, tempi e ambiti disciplinari diversi;
– fornire un sistema di codifica sistematico per i diversi informativi sanitari.

La classificazione ICF si compone di due parti:
1) Funzionamento e Disabilità: vengono classificate funzioni e strutture corporee, in otto distinti capitoli e attività e partecipazione, in nove distinti capitoli.
2) Fattori contestuali: vengono classificati i fattori ambientali, in cinque distinti capitoli. Questa parte comprende anche i fattori personali, che al momento non sono classificati.

Le componenti sopra descritte subiscono l’influenza di fattori ambientali, quali l’ambiente fisico e sociale in cui le persone vivono, nonché degli atteggiamenti con cui essi conducono la loro esistenza. Tali fattori possono infatti avere un’influenza positiva o negativa sulla partecipazione dell’individuo come membro della società, sulle sue capacità di eseguire compiti, sul funzionamento e sulla struttura del corpo. Non vengono invece classificati i fattori personali (sesso, razza, età, educazione stile di vita etc…) a causa della loro grande variabilità culturale e sociale.

Qual’ è l’aspetto innovativo di questa classificazione?
A differenza delle precedenti classificazioni, dove veniva dato ampio spazio alla descrizione delle malattie dell’individuo (si parlava di menomazione ed handicap in accezione negativa, con riferimento a situazioni di deficit) con l’ICF l’OMS fa riferimento a termini che analizzano la salute dell’individuo in chiave positiva (funzionamento e salute).
L’ICF vuole fornire un’ampia analisi dello stato di salute degli individui ponendo la correlazione fra salute e ambiente, arrivando alla definizione di disabilità, intesa come una condizione di salute in un ambiente sfavorevole. L’analisi delle varie dimensioni esistenziali dell’individuo porta a evidenziare non solo come le persone convivono con la loro patologia, ma anche cosa è possibile fare per migliorare la qualità della loro vita.

La classificazione ICF viene aggiornata annualmente dall’OMS e la traduzione italiana degli aggiornamenti viene curata dal Centro collaboratore italiano dell’OMS per la Famiglia delle Classificazioni internazionali, che le pubblica sul Portale italiano delle classificazioni sanitarie.

 

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Fonte: http://www.toscana-accessibile.it/

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