“Mettendo in campo tutti i docenti che sono nelle graduatorie e quelli che chiedono la messa a disposizione, si riuscirà ad avere subito il personale scolastico utile per cercare di tornare alla normalità. E’ la via più breve per far recuperare l’anno scolastico agli studenti. Ancora si fa in tempo. Anziché fare frequentare le lezioni solo al 50 per cento degli studenti superiori, il raddoppio dei docenti permetterebbe a tutti gli studenti di frequentare le lezioni regolarmente, avvalendosi anche dei turni pomeridiani”. E’ quanto sostiene Antonino Ballarino, presidente del Sindacato Nazionale Orizzonte Docenti, che interviene sulla scorta del servizio proposto nel corso del TGCOM24 di mercoledì 13 gennaio 2021, dal titolo “Scuola, il fallimento delle riaperture” a cura di Lucrezia Agnes la quale segnala puntualmente quanto sta avvenendo in Italia, facendo riferimento “agli scioperi e ai sit in degli studenti delle superiori che vanno avanti con le proteste”, perché a dir loro “la scuola deve essere al centro dell’attenzione e non l’ultima ruota del carro” e “le scuole devono rimanere aperte in sicurezza”.
Per il presidente Ballarino “non serve parlare di riaprire la scuola, se dopo dieci giorni bisogna richiudere di nuovo. Se tutti i negozi e le attività commerciali sono aperti e le scuole sono chiuse, come si può dare la colpa dei contagi alla scuola, indicandola come una possibile fonte di trasmissione del virus, quando si sa che sono gli assembramenti al di fuori di essa ad aver procurato l’incremento dei casi? Si parla che circa l’80 per cento dei contagi sono avvenuti in famiglia, a causa del fatto che soprattutto i giovani portano a casa il virus contratto fuori, mettendo a repentaglio pure la salute di quei famigliari anziani conviventi”. Durante lo stesso servizio tv è stato detto che “non c’è ancora alcuna garanzia su tutto quello che ruota intorno alla sicurezza scuola. Dai trasporti pubblici ai tamponi, alla richiesta di un numero maggiore di insegnanti e bidelli. Soltanto in Abruzzo, Toscana e Valle d’Aosta gli studenti sono rientrati in aula solo al 50 per cento. Una situazione che appare fuori controllo”.
Il presidente nazionale del SINOD è d’accordo con quest’ultima affermazione? “Certo -risponde Antonino Ballarino-. Anche perché lo dimostrano i fatti. Anzi, lo dimostrano i presidenti di quelle Regioni che hanno deciso di procrastinare a fine gennaio il rientro a scuola di quel 50 per cento degli studenti delle superiori. E questo, per voi, vuol dire mettere ‘una scuola in sicurezza’? Il problema sono i contagi fuori la scuola e non a scuola! Fra le altre cose da fare vi è quella di raddoppiare i mezzi di trasporto, come è stato fatto in Toscana, riducendo il margine di rischio contagio. Ma considerato che a quanto pare non è possibile farlo in tutte le regioni d’Italia e in tutte le nostre città, questa è un’altra ragione per assumere più possibile docenti con precisi vantaggi: garantendo la loro presenza, alcuni di loro negli orari di lezione da svolgere la mattina e altri ancora nel pomeriggio. Facendo ciò si permette a un 50 per cento di studenti di frequentare di mattina e all’altro 50 per cento (quello potenzialmente costretto a stare a casa) a farlo di pomeriggio. Tutto ciò, di riflesso, porterebbe beneficio anche nel settore trasporti: la ripartizione della popolazione scolastica in due turni, permetterebbe l’utilizzo dei mezzi di trasporto senza sovraffollamenti pericolosi e senza più dover ricorrere al loro raddoppio, essendo l’affluenza distribuita conseguentemente di mattina e di pomeriggio”.
Sempre nel corso dello stesso servizio tv, si sostiene che “attraverso la ricostruzione dei verbali del Comitato Tecnico Scientifico si evidenzia come la scuola non sia mai stata pronta a un rientro in presenza. Il CTS sarebbe rimasto spesso inascoltato, nonostante si sia occupato della scuola in tutte le riunioni. E mentre la ministra Azzolina garantiva a parole il rientro in sicurezza, il CTS si mostrava molto cauto. Perfino gli esperti proponevano lezioni di 40/50 minuti, l’aumento a 120 mila docenti e l’immunità per i presidi… Ma nessun consiglio è stato seguito. Neppure quello di un investimento sui filtri alle finestre della aule. E dire che anche prima della riapertura delle scuole, a settembre, si chiedeva di fare i test sierologici a tutto il personale scolastico e rafforzare il trasporto pubblico. Ma anche queste indicazioni sono rimaste inascoltate”.
Ballarino, lei cosa ne pensa? “A parole… tutto andava bene –risponde il presidente del Sindacato Nazionale Orizzonte Docenti-. Solo che dopo venti giorni le scuole sono state chiuse. Era, quindi, una sicurezza effimera! Nessuno ha capito invece che il problema non era e non è la scuola, ma i trasporti e gli assembramenti. Infatti si parla di riaprire le scuole, ma cosa è cambiato rispetto a settembre? Niente! E cosa ha fatto lo Stato per riaprire veramente in sicurezza? Nulla! Il ministro Azzolina dice solo oggi che la dad non è piu consigliabile, mentre quattro mesi fa lei stessa sosteneva che era la panacea. Visto come stanno andando le cose, secondo me è arrivato il momento che bisogna già pensare a come poter concludere al meglio questo anno scolastico. Si parla di prolungamento in estate, ma l’Azzolina immagina gli studenti in classe, in piena estate, con un caldo torrido e soffocante, a causa delle ben note temperatura molto alte?
E quindi, qual è la proposta del presidente nazionale del SINOD? “Come già detto -risponde Antonino Ballarino– va raddoppiato il numero dei docenti perché, per esempio, se una classe di venti alunni viene ridotta a dieci, se ne creano due e chiaramente diventa tutto più semplice, in termini di sicurezza: dieci studenti possono fare lezione di mattina e dieci studenti possono fare scuola di pomeriggio. Basta nominare i docenti dalle graduatorie e coloro che chiedono la messa a disposizione. Poteva essere e può essere l’unica soluzione. E’ la via più breve per arrivare a una agognata normalità… Ancora si fa in tempo. E poi torno a dire ancora una volta che è importante vaccinare subito tutto il personale scolastico per ridurre il rischio contagio e rendere ulteriormente sicuro il mondo della scuola. Infine, per quanto riguarda soprattutto gli studenti delle scuole superiori del nostro Paese che ad oggi non sanno veramente quando e se torneranno a scuola, concludo con l’invito a fare una riflessione: come mai in alcuni Stati stanno già vaccinando gli studenti e da noi, in Italia, ancora no?” Salvo Cona