Nel documento firmato dagli insegnanti del liceo Salvemini proposte per avere tempi certi sulla ripresa
Tempi certi per la ripresa della scuola, priorità al vaccino anti-Covid . Sono alcune delle proposte di alcuni
docenti di Bari. La scuola dicono i docenti è “il comparto che più ha sofferto le conseguenze della pandemia”. È la
prima delle proposte messe nero su bianco da almeno 68 docenti del liceo scientifico Gaetano Salvemini di Bari
in una lettera aperta indirizzata ai colleghi delle altre scuole e ai sindacati di categoria.
Tre pagine di proposte. come racconta La Repubblica edizione di Bari – e rivendicazioni nelle quali Teresa
Perna, Alberto Maiale, Massimiliano Macculi, e altri insegnanti dell’istituto, rimarcano “il caos organizzativo e
decisionale nel quale viene ancora una volta tenuta la scuola italiana”.
E per questo chiamano a raccolta i colleghi delle scuole di Bari e provincia in un unico coordinamento,
annunciando un giorno di sciopero per richiamare l’attenzione “sul disagio professionale che la didattica mista produce”. Ovvero il mix di lezioni a distanza e la possibilità di optare per la presenza che è riconosciuto dalla quinta ordinanza sulla scuola firmata dal governatore, Michele Emiliano, alla vigilia dell’Epifania.
La premessa degli insegnanti baresi ricalca in parte il documento scritto dai colleghi del liceo Tasso di Roma. Il ragionamento è chiaro: “Sia i docenti sia gli studenti vogliono rientrare a scuola, ma per rimanervi sino alle fine dell’anno scolastico, che ha una sua scansione precisa e definita”.
Dunque gli addetti ai lavori, a Roma come a Bari, chiedono alle autorità uno stop alle giravolte e ai balletti sulla scuola, fra riprese annunciate e stop dell’ultima ora. Poi decisioni in tempi certi sulla durata della didattica a distanza e sul rientro in aula al 100 per cento. Quindi chiedono di scoprire le carte sul piano dei trasporti scolastici in Puglia, in particolare.
Delle due, l’una. “Se la situazione epidemiologica e quella organizzativa in merito ai trasporti sono mutate rispetto alla fine di ottobre, è necessario prenderne atto e quindi – scrivono i docenti baresi – riaprire la scuola nella sua completezza, riaffermando la necessità delle presenza”.
Altrimenti le cose cambiano. E servono decisioni chiare quanto stabili. “Se la situazione generale non è cambiata né cambierà a breve – si legge nella lettera – visto che la campagna vaccinale per il personale scolastico è prevista a partire dalla primavera inoltrata, che si resti in didattica a distanza al 100 per cento in maniera omogenea”.
La conseguenza è che, secondo i docenti baresi, “è irricevibile che siano le famiglie a scegliere il tipo di offerta didattica per i loro figli”. E dunque – “senza sottovalutare la grave situazione sanitaria” – gli insegnanti serrano i ranghi e invitano a “guardare alla scuola come il luogo che ha pagato il tributo più alto alla situazione generale”.
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