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Cooperative Learning: il metodo di insegnamento alternativo che piace ai ragazzi

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Cooperative Learning: il metodo di insegnamento alternativo che piace ai ragazzi.

Si può imparare meglio lavorando in gruppo? Secondo gli studiosi si, e questa metodologia di didattica alternativa si chiama Cooperative Learning. Questa tecnica permette di imparare meglio perché lo studente è più motivato e perché ha un ruolo più attivo rispetto alla classica lezione frontale, dove si limita ad ascoltare passivamente. E gli studenti, secondo anche la visione di costruttivismo di Piaget, imparano maggiormente quando hanno un ruolo attivo e sono impegnati in discussioni e attività reali. McKeachie sostiene inoltre che, interagendo con i propri pari, lo studente opera una maggiore elaborazione cognitiva e può chiarire la propria confusione.

Ma vediamo adesso come funziona questo metodo di insegnamento, partendo dalla definizione:

Il Cooperative Learning (o Apprendimento cooperativo) è una modalità di apprendimento che si realizza attraverso la cooperazione fra i vari componenti della classe e va distinta da quello che tradizionalmente si definisce semplicemente come lavoro di gruppo.
Nel primo caso non si chiede a gruppi di studenti di elaborare un artefatto, ma si propone a ogni singolo studente di operare all’interno di un gruppo composto da più soggetti, ognuno con ruoli definiti, al fine di collaborare per portare a termine il compito dato dall’insegnante; l’ulteriore differenza dal lavoro di gruppo è che possono coesistere anche momenti di lavoro individuali o che mettano in gioco la competitività. Questa modalità è molto efficace per ogni tipologia di materia e di età, tant’è che può essere utilizzato dalla classe terza elementare in poi.

Sono 5 gli elementi che delineano la fisionomia del Cooperative Learning:

1) Interdipendenza positiva: gli studenti devono lavorare per ottenere il risultato prefissato e ogni alunno deve sentire la responsabilità del proprio impegno e del ruolo degli altri.

2) Responsabilità individuale: in gruppo bisogna sostenere la propria parte, ma anche individualmente bisogna dimostrare quanto si è imparato.

3) Interazione: ogni studente ha il proprio compito, ma un momento fondamentale è quello del confronto, in cui si discutono i compiti, si cercano le conclusioni e gli allievi possono condividere conoscenze tra loro.

4) Sviluppo delle abilità sociali: ciò che si va a stimolare sono le capacità del singolo, in particolare la leadership, la comunicazione, il saper prendere delle decisioni e difenderle, la gestione dei conflitti nei rapporti interpersonali.

5) Auto-valutazione: il gruppo deve essere in grado di giudicare il modo in cui si sta portando avanti il progetto e capire quando bisogna apportare qualche cambiamento.

Gli esperti distinguono tra cooperative learning informale, esercizi brevi assegnati in classe a gruppi non fissi di due o più studenti, e cooperative learning formale, esercizi più lunghi e impegnativi assegnati a gruppi di studenti che lavorano insieme per un periodo di tempo maggiore.

Nel CL informale gli studenti devono essere riuniti in gruppi di 2 – 4 persone dal docente, che propone una domanda, un problema, assegnando, ad esempio, ad uno il compito di scrivere e all’altro il compito di esporre. L’esercizio verrà svolto in pochi minuti. Una variante a questo metodo è la think-pair-share: quindi la coppia di allievi che deve ragionare insieme su un quesito, sintetizzando in un’unica risposta le due visioni.

Nel CL formale, gli studenti lavorano in gruppi su progetti più complessi ed il compito può essere svolto anche fuori dalle mura scolastiche; solitamente è l’insegnante che assegna i ruoli e dà i compiti ai membri, dividendo poi l’esposizione finale tra tutti i ragazzi coinvolti.

In entrambi i casi il docente ha un ruolo decisivo perché deve essere lui a formare i gruppi in modo che siano equilibrati, e a dare i compiti: inoltre la figura dell’insegnante diventa quella del coach, della guida, di una risorsa a cui chiedere supporto, ma esterna al gruppo. Infine il lavoro verrà valutato singolarmente, andando quindi a giudicare le capacità del singolo di apprendere e interagire, e sugli aspetti dell’intero progetto, quindi in modo complessivo.

In conclusione quali vantaggi vengono prodotti dal cooperative learning?

1) Migliori risultati degli studenti: tutti gli studenti lavorano più a lungo sul compito e con risultati migliori, migliorando la motivazione intrinseca e sviluppando maggiori capacità di ragionamento e di pensiero critico.

2) Relazioni più positive tra gli studenti: gli studenti sono coscienti dell’importanza dell’apporto di ciascuno al lavoro comune e sviluppano pertanto il rispetto reciproco e lo spirito di squadra.

3) Maggiore benessere psicologico: gli studenti sviluppano un maggiore senso di autoefficacia e di autostima, sopportano meglio le difficoltà e lo stress.

 

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Fonte: www.lavorareascuola.it

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